Truffle goes to Expo 2015
La sfida: il sistema di raccolta come patrimonio culturale immateriale Unesco
IL TARTUFO TRA LE ECCELLENZE D’ITALIA ALL’EXPO 2015 DI MILANO
Maccari: “Un’occasione per tutti coloro che riusciranno a promuovere il proprio territorio”
Oltre 20 milioni di visitatori, secondo le ultime stime, sono previsti per l’Expo 2015 di Milano. Per essere pronti ad accoglierli l’obiettivo primario sarà rilanciare il rapporto col territorio e mettere a sistema le tipicità e le eccellenze italiane. Si sta muovendo su questi binari l’Associazione Nazionale Città del Tartufo, che a tale scopo si è riunita nel Palazzo delle Stelline di Milano alla presenza del suo presidente Giancarlo Picchiarelli, dell’assessore della Regione Lombardia ai servizi dell’Expo 2015, Carlo Maccari, e del console aggiunto del Giappone, Naokata Sakaguchi. Intitolato “… dal Ventennale all’Expo 2015”, è il terzo incontro, dopo quelli di Roma e di Alba, che si tiene in occasione dei vent’anni dell’associazione, fondata nel 1990 ad Alba, con gli obiettivi di tutelare, commercializzare, promuovere il tartufo e i territori ad esso legati. Incontro che è stato anche l’occasione per presentare la proposta dell’Associazione perché i territori tartufigeni italiani siano riconosciuti dall’Unesco come patrimonio mondiale dell’umanità.
“Siamo veramente onorati della disponibilità e dell’attenzione avute da parte della Regione Lombardia – ha dichiarato il presidente dell’Associazione Nazionale Città del Tartufo –. Vogliamo ragionare insieme su come arrivare preparati al meglio all’Expo 2015, promuovendo le nostre eccellenze e soprattutto il tartufo, non solo in relazione ai territori in cui cresce, ma anche in sinergia con le altre produzioni d’eccellenza”. Due le modalità illustrate dal presidente Picchiarelli per valorizzare e tutelare al meglio il prodotto: il sito internet dell’associazione “come strumento per lavorare in maniera sinergica tra le varie realtà associate” e “la tracciabilità del prodotto, che ci garantisce sul versante dell’eccellenza. A questo scopo stiamo sollecitando il sistema politico e parlamentare per una modifica alla legge 752 del 1985 che vede già delle proposte in commissione agricoltura”.
Tra i membri associati erano presenti anche il presidente della Provincia d’Isernia, Luigi Mazzuto, i sindaci dei Comuni di Castel di Casio, Norcia e Sant’Angelo in Vado, rispettivamente Mauro Brunetti, Gian Paolo Stefanelli, Settimio Bravi, gli assessori alla cultura e al turismo di Alba, Castel di Casio e San Miniato, in ordine Antonio Degiacomi, Patrizia Moro e Giuditta Giunti, la presidente della Pro loco di Sant’Agata Feltria, Margherita Marini, il direttore del Centro nazionale studi sul tartufo, Mauro Carbone, Giuliano Nalli, presidente della Comunità montana Monti Martani, Serano e Subasio, Nicola Cavaliere, assessore all’agricoltura della Regione Molise, e Francesco Del Basso, assessore ad agricoltura e agroindustria della Provincia di Isernia.
Antonio Degiacomi, nel corso dell’incontro, ha rilanciato il rapporto tartufo-territorio. “Nonostante le specificità dei vari territori, da quando è stata fondata l’associazione abbiamo capito che ci sono dei discorsi comuni da fare, di tutela delle aree tartufigene, dei boschi, della promozione del mercato del tartufo anche a livello internazionale, sfruttando gli abbinamenti in la cucina”. Secondo Luigi Mazzuto, presidente della Provincia d’Isernia, nel cui territorio si cava un’alta percentuale della produzione nazionale del tartufo bianco, “l’Expo 2015 è un appuntamento importante per tutti noi e queste tappe intermedie ci servono per preparare al meglio, per correggere anche il percorso laddove riteniamo di aver sbagliato e quindi arrivare in tempo utile con le migliori garanzie per poter presentare il nostro territorio ed i nostri prodotti”. Anche Carlo Maccari ha ribadito l’importanza del legame col territorio: “È una lettura assolutamente centrata che la Regione Lombardia sposa in pieno perché crediamo di avere una peculiarità specifica rispetto ad altri territori, grazie alla quale possiamo aprirci al mondo senza distruggere le nostre radici e la nostra storia, facendole, invece, diventare il perno attorno al quale costruire un affacciarsi al mondo competitivo”. Infine, Mauro Carbone, direttore del Centro nazionale studi sul tartufo, che si occupa di ricerca, analisi sensoriale e di divulgazione, ha lanciato una sfida: “L’Unesco ha una convenzione per tutelare i beni culturali immateriali. L’idea è quella di concentrarci molto sul tartufo bianco, che ha tutta una sua particolarità nella storia del sistema di raccolta, che non è fatta da professionisti del settore e da coltivatori, come avviene per il tartufo nero, ma è una grande sfida che c’è tra l’uomo, il cane e tutti gli altri cercatori. È un mondo che affascina moltissimo coloro che visitano i territori del tartufo, è un forte valore aggiunto, che dobbiamo tutelare sempre di più”.