Valchiria inaugurale
Inaugurazione Stagione d’Opera e Balletto 2010 ~ 2011
4*, 7, 10, 14, 17, 21, 28 dicembre 2010
2 gennaio 2011
Die Walküre
(Der Ring des Nibelungen)
di RICHARD
Prima giornata, in tre atti – Libretto di Richard Wagner
WAGNER
(Proprietà Fondazione alla Scala)
Nuova produzione Teatro alla Scala
Prima rappresentazione: Monaco, Hof- und Nationaltheater, 26 giugno 1870
Direttore
DANIEL BARENBOIM
Regia GUY CASSIERS
Scene GUY CASSIERS e ENRICO BAGNOLI
Costumi TIM VAN STEENBERGEN
Luci ENRICO BAGNOLI
Video design ARJEN KLERKX e KURT D’HAESELEER
Coreografia CSILLA LAKATOS
COMUNICATO STAMPA
Personaggi e interpreti principali
Siegmund Simon O’Neill
Hunding John Tomlinson
Wotan Vitalij Kowaljow
Sieglinde Waltraud Meier
Brünnhilde Nina Stemme
Fricka Ekaterina Gubanova
Gerhilde Danielle Halbwachs
Ortlinde Carola Höhn
Waltraute Yvonne Fuchs
Schwertleite Anaik Morel
Helmwige Susan Foster
Siegrune Lean Sandel-Pantaleo
Gringerde Nicole Piccolomini
Rossweisse Simone Schröder
In coproduzione con Staatsoper Unter den Linden di Berlino e in collaborazione con Toneelhuis e Eastman (Antwerpen)
Orchestra del Teatro alla Scala
* Anteprima dedicata ai Giovani
Sabato 4 dicembre 2010 ~ ore 17
Anteprima dedicata ai Giovani
LaScala UNDER30
Martedì 7 dicembre 2010 ~ ore 17
Inaugurazione della Stagione d’Opera e Balletto 2010~2011
Prezzi 7 dicembre 2010
Platea – 2.000 euro
Palco – da 2.000 a 500 euro
Galleria – da 350 a 50 euro
Altre date:
Venerdì 10 dicembre 20010 ore 18 ~ turno F
Martedì 14 dicembre 2010 ore 18 ~ turno B
Venerdì 17 dicembre 2010 ore 18 ~ turno D
Martedì 21 dicembre 2010 ore 18 ~ turno A
Martedì 28 dicembre 2010 ore 18 ~ turno C
Domenica 2 gennaio 2011 ore 15 ~ turno E
Prezzi:
da 187 a 12 euro
Infotel 02 72 00 37 44
teatroallascala.org
Via Filodrammatici 2 ~ 20121 Milano
tel. 02 88 792 412 ~ fax 02 88 792 331
L’OPERA IN BREVE
di Emilio Sala
dal programma di sala del Teatro alla Scala
Tra il prologo e la prima giornata della “tetralogia” wagneriana si situa uno iato cronologico e narrativo tanto imprecisato quanto cruciale – il passaggio, in un certo senso, dalla preistoria alla storia. La complessità e ambiguità del racconto musicale wagneriano è peraltro tipico di quei grandi progetti totalizzanti e “aperti” che Franco Moretti ha chiamato “opere-mondo” riconoscendo in esse la versione dell’epica espressa dalla modernità. Alla fine dell’Oro del Reno, Wotan aveva cercato invano di trattenere Erda per conoscere il senso profondo del suo monito minaccioso. Nella Valchiria sapremo (ma solo a metà del secondo atto) che Wotan è in effetti sceso nel grembo della terra per interrogare la più sacra delle profetesse: egli non solo ha appreso tutto della fine che incombe sul mondo degli dèi, ma
ha anche generato, da Erda, l’adorata Brünnhilde e otto sorelle che costituiscono la schiera delle Valchirie, le famose vergini guerriere che scelgono gli eroi caduti in battaglia per difendere il Walhalladalle orde notturne di Alberich. Questo lungo e fondamentale racconto del dio alla figlia – ma anche a se stesso, a mo’ di stream of consciousness, non essendo Brünnhilde altri che la «volontà di Wotan» (Wotans Wille) – sta al centro di una costruzione drammaturgica che Carl Dahlhaus ha definito uno “psicodramma”: come se tutta l’opera fosse assorbita dentro la tormentata coscienza del dio.
Brünnhilde e Fricka diventerebbero allora quasi dei personaggi allegorici che incarnano le pulsioni opposte che si contrappongono nell’inconscio di Wotan. D’altronde la straordinaria complessità e contraddittorietà di un personaggio come Wotan illumina tutta la tetralogia il cui nucleo generatore e struttura portante va identificata nel rapporto tra il dio e il suo “doppio” negativo: Alberich.
Quest’ultimo, sempre secondo la rivelazione di Erda, è l’apocalittico nemico da cui ogni pericolo proviene ma è anche, come Francesco Orlando ha giustamente sottolineato, una figura complementare a quella di Wotan – il suo “doppio” appunto. L’anello che Alberich ha ottenuto maledicendo l’amore, e che ora è in possesso del gigante Fafner, è stato strappato dal dio al Nibelungo per analoga bramosia di potere. Con l’oro del Reno egli ha pagato «i pinnacoli del Walhalla» (Walhalls Zinnen) e, consapevole ora della minaccia incalzante, cerca un’illusoria via d’uscita, un alter ego umano che possa compiere ciò che a lui è negato. Sceso sulla terra tra i mortali, Wotan, sotto il nome di Wolfe (Lupo), ha generato con una donna, di cui non ci è detto neppure il nome, un figlio e una figlia (Siegmund e Sieglinde), gemelli.
Ma il dolore e la sventura sembra avvolgere la nuova stirpe dei Velsunghi. La madre muore di morte violenta. Il figlio fugge e la figlia viene data in matrimonio a forza, senza amore. Durante le infauste nozze un vecchio misterioso (Wotan-Wolfe) conficca nel tronco di un albero una spada, Notung, che avrebbe dovuto proteggere l’amore dei due gemelli.
Lo iato tra l’azione visibile (che incomincia con Siegmund in fuga nella tempesta) e il dramma latente è colmato dal «sonoro silenzio» (tönendes Schweigen) dell’orchestra. Il tessuto di Leitmotive che attraversa il Musikdrama wagneriano si incarica di esprimere l’indicibile. Certo, spesso molti motivi sembrano ribadire tautologicamente ciò che è già detto tramite la parola o la situazione, ma in realtà i Leitmotive creano una trama parallela e complementare a quella del dramma visibile. Per dirla ancora con Dahlhaus, «gli eroi wagneriani, anche quando agiscono alla luce del giorno e in piena coscienza, sono segretamente impigliati in una trama di sogni ad occhi aperti, di oscuri presagi e di inconsci moti dell’animo, il cui codice di decifrazione è […] fornito dall’intreccio dei Leitmotive». Il dialogo e il piano
“drammatico” dell’actio scaenica è continuamente interrotto dal piano “epico” del «sonoro silenzio» che costituisce una sorta di azione interiore. In queste pause musicali emerge qualcosa che – si pensi agli sguardi tra Siegmund e Sieglinde – solo la musica sa e può esprimere. Ciò costituisce talora un paradosso teatrale (e registico) perché l’opera wagneriana oscilla continuamente tra flagranza scenica (drammatica) e contemplazione lirica (epica). Si prenda la “didascalia musicale” che costituisce l’incarnazione sonora della reazione di Sieglinde a queste parole di Brünnhilde: «einWälsung wächst dir im Schoss» («un Velsungo ti cresce nel grembo»). Lo straordinario gesto sonoro con cui l’orchestra wagneriana realizza questo punto di scena rende difficile tradurre mimicamente la didascalia verbale
presente nel libretto: «[Sieglinde] dapprima si spaventa violentemente: ma subito il suo volto risplende di gioia eletta». Il gesto scenico è risolto musicalmente e solo il «sonoro silenzio» dell’orchestra consente la transizione (altro termine wagneriano) che innesca le parole di Sieglinde: «Salvami, o audace! Salva mio figlio!». Come si vede, nel famoso Wort-Ton-Drama le due componenti – verbale e visiva – tendono a essere inglobate nella componente musicale o “sinfonica” che disincarna in un certo senso l’azione scenica spingendola verso la dimensione epica.
IL SOGGETTO
a cura di Alberto Bentoglio
dal programma di sala del Teatro alla Scala
Atto primo
L’interno di una abitazione.
Per sfuggire ai suoi inseguitori, Siegmund, figlio del dioWotan e di una donna mortale, si è rifugiato nella casa dove Hunding vive con la sposa Sieglinde. A loro il giovane narra la storia della propria vita: dopo l’uccisione della madre e la misteriosa scomparsa della sorella gemella, egli vagò con il padre per la foresta, sfuggendo ai ripetuti assalti della nemica stirpe dei Neidinge. Ma un giorno anche il padre scomparve, senza lasciare traccia alcuna. Da allora, Siegmund visse in dolorosa solitudine fintantoché, per salvare da ingiuste nozze una fanciulla, si scontrò con i di lei parenti, ma, disarmato e sopraffatto, dovette fuggire. Così giunse nella loro casa. Da questo racconto, Hunding comprende di avere offerto ospitalità all’odiato nemico della sua stirpe: egli sfida perciò Siegmund a duello mortale per la mattina successiva e si allontana con Sieglinde. Ma la giovane, dopo avere addormentato il marito con un sonnifero, torna da Siegmund, al quale rivela che il giorno delle sue infelici nozze con Hunding, un viandante conficcò nel frassino, posto al centro della casa, una spada destinata a dare vittoria a colui che avesse avuto la forza di estrarla. Nel corso del colloquio i due giovani si scoprono fratelli gemelli e si innamorano reciprocamente. Subito dopo, Siegmund estrae con immenso sforzo la spada dal tronco.
Poi, si inoltra nella foresta con l’amata Sieglinde.
Atto secondo
Montagna rocciosa e selvaggia.
Dopo avere ordinato a Brünnhilde, la prediletta fra le Valchirie – vergini guerriere, sue figlie – di favorire Siegmund nell’imminente duello con Hunding, Wotan incontra la moglie Fricka, regina degli dèi e protettrice del vincolo nuziale. La dea, indignata dall’amore incestuoso che unisce Siegmund alla sorella, ne reclama l’immediata punizione. Wotan, che non può osteggiare la legittima richiesta di Fricka, ingiunge a Brünnhilde – dopo averle manifestato il proprio sconforto sulla sorte futura degli dèi – di abbandonare Siegmund al suo destino. Nel frattempo, i due giovani sopraggiungono.
Sieglinde, profondamente turbata, si accascia tra le braccia dello sposo. Brünnhilde appare allora a Siegmund e gli annuncia che presto egli sarà accolto nel Walhalla, dove Wotan chiama a raccolta gli eroi caduti in battaglia. Siegmund non sembra curarsi della morte imminente, ma quando apprende che Sieglinde non potrà essergli compagna nel Walhalla, rifiuta decisamente: piuttosto che abbandonare l’amata, egli la ucciderà, colpendo con lei la creatura che porta in grembo. Commossa da tanto amore, Brünnhilde si ribella al volere di Wotan e risolve di difendere il giovane. Il duello mortale ha inizio. La Valchiria interviene in favore di Siegmund ma, nell’istante in cui egli sta per uccidere Hunding, Wotan – improvvisamente apparso – infrange la spada del figlio, esponendolo al colpo mortale dell’avversario.
Brünnhilde fugge atterrita, portando in salvo Sieglinde. Wotan fulmina Hunding con la sola forza dello sguardo.
Atto terzo
Sulla vetta di un monte roccioso.
Le Valchirie trasportano verso il Walhalla i cadaveri degli eroi caduti in battaglia. Brünnhilde le raggiunge, portando con sé Sieglinde. Pur certa della severa punizione che la attende, la Valchiria è decisa a salvare la sposa di Siegmund e la creatura che da lei nascerà e porterà il nome di Siegfried. Ella non esita, dunque, a indicare a Sieglinde la via della fuga, dopo averle consegnato i frammenti della spada di Siegmund. Partita la giovane, la Valchiria affronta l’ira del padre. Invano le sorelle cercano di intervenire in suo favore: Wotan la ripudia e la condanna a essere preda del primo uomo che la sveglierà dal suo sonno. In preda al terrore, le Valchirie fuggono.
Affranta dal terribile castigo, Brünnhilde supplica il padre di mitigare la pena: che almeno una cintura di fiamme la protegga, cosicché soltanto un eroe che non conosce il timore possa giungere a lei. Wotan cede alla disperata preghiera della figlia: egli la addormenta con un bacio e ordina a Loge, dio del fuoco, di circondarla con le sue fiamme.