Senso di Visconti, dal film all’opera
“Senso” inaugura la Stagione 2011 del Teatro Massimo di Palermo:
nuova opera di Marco Tutino ispirata alla novella di Camillo Boito resa celebre da LuchinoVisconti
Sontuoso allestimento di Hugo de Ana nel segno dell’Italia risorgimentale
Il Teatro Massimo inaugura la Stagione 2011 con la prima rappresentazione assoluta di una nuova opera commissionata per l’occasione: Senso (20-30 gennaio) del compositore milanese Marco Tutino, fra i più rappresentati sulla scena teatrale contemporanea.
Questa scelta fa parte di un programma pluriennale – apertosi nel novembre 2009 – che il Teatro Massimo sta dedicando al 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Dopo lo spettacolo “Bianco Rosso e Verdi” che ha ottenuto il prestigioso premio Abbiati dell’Associazione Nazionale Critici Musicali come miglior iniziativa del 2009 e l’opera “Nabucco” di Giuseppe Verdi che ha inaugurato la Stagione 2010, adesso è un’opera in prima assoluta commissionata dallo stesso Teatro Massimo a sottolineare i legami tra mondo dell’opera e Risorgimento, con la forma di spettacolo che più è associata al periodo storico che ha visto nascere l’Italia Unita.
“Senso” e l’intero progetto del Teatro Massimo sono inseriti nell’ambito delle celebrazioni nazionali per i 150 anni dell’Unità d’Italia (1861-2011), promosse dal Comitato interministeriale con il supporto dell’Unità Tecnica di Missione della Presidenza del Consiglio, e segnalati dalla presenza nei materiali prodotti per l’occasione del logo ufficiale, recante tre bandiere tricolore simbolo degli altrettanti giubilei nazionali (1911, 1961 e 2011).
Per “Senso” il compositore Marco Tutino (alla sua quattordicesima partitura operistica) e l’autore del libretto Giuseppe Di Leva si sono ispirati alla omonima novella di Camillo Boito, uscita nel 1883 e resa celebre dalla splendida trasposizione cinematografica di Luchino Visconti nel 1954: l’opera si svolge nei primi anni di vita dello Stato unitario ed è intrisa di profondi dissidi, fra amore, interessi e tradimenti. Una scelta tematica che suggella l’anno di celebrazioni per l’anniversario dell’Unità d’Italia ma che soprattutto conferma il percorso artistico di Marco Tutino, da sempre intento a misurarsi con temi profondi tratti dalla letteratura o dall’attualità.
L’opera si dipana su due livelli narrativi: il primo, una vicenda passionale individuale, il secondo, il panorama storico risorgimentale. In primo piano la figura della Contessa Livia Serpieri, io narrante e soggetto di un amore cinico e morboso che nel libretto di Giuseppe Di Leva – frequente collaboratore di Tutino – si intrecciano vicendevolmente.
“Da tempo” – sottolinea Tutino – “pensavo di comporre un’opera ispirandomi a “Senso” che, ricordo, mi colpì molto già quando vidi il film in tv ad appena dieci anni. Ho subito il fascino della doppia dimensione della novella di Boito, che narra di un dramma personale con un forte riferimento alla storia. Spero che per lo spettatore la musica si dispieghi come la visione di un arazzo, dove su uno sfondo storico ed eroico le note illuminano e ingrandiscono la vicenda passionale e intima”. Questi due orizzonti hanno musicalmente caratteri molto diversi e in tutto ciò che è riferito al Risorgimento vi è l’omaggio di Tutino al melodramma italiano, a Verdi in particolare, divenuto successivamente “bandiera” di questo periodo storico: un gioco di memorie musicali, relitti, ombre del grande melodramma italiano. “La memoria” – precisa ancora Tutino – “diventa un gioco di specchi. Stiamo parlando del Risorgimento, ci siamo dentro, anzi di fronte perché è la nostra memoria. Ancora un altro specchio, la Contessa: tutto quello che si svolge nell’opera è memoria perché Livia ricorda tutto in un grande flash-back. Il prologo e l’epilogo sono in tempo reale, l’atto primo e secondo sono i ricordi della Contessa, racconto di un fatto che le è capitato sedici anni prima. Come spesso succede nella memoria non è detto che tutto ciò che ricordiamo sia realistico, a volte la memoria gioca anche strani scherzi, ci ricordiamo le cose cambiandole. La memoria quasi diventa il soggetto, in che modo noi ricordiamo. Questo è molto importante nella musica di “Senso”, non si tratta soltanto di mero ripescaggio di un linguaggio dell’Ottocento ma anche di una riflessione sul concetto stesso di memoria in musica”.
Hugo de Ana – che firma regia, scene e costumi – ha immaginato un sontuoso apparato scenico, basato su un caleidoscopio di riflessi che propongono un Risorgimento non didascalico ma immaginifico, in cui non mancano i riferimenti alla cinematografia di Visconti.
A dirigere l’Orchestra e il Coro del Teatro Massimo ci sarà una fra le più note bacchette di oggi, Pinchas Steinberg. Fra gli interpreti, Lei – la Contessa Livia Serpieri – sarà il soprano Nicola Beller Carbone, Lui – il tenente Hans Büchner – il tenore Brandon Jovanovich; Giorgio Surian invece indosserà i panni del Conte Serpieri. Le coreografie per il Corpo di Ballo del Massimo sono di Luigi Neri; le luci di Vinicio Cheli.
L’allestimento del Teatro Massimo è realizzato in coproduzione con il Teatr Wielki Opera Narodowa di Varsavia, dove sarà rappresentato nel 2012.
La musica di Marco Tutino è edita dalla Casa Musicale Sonzogno.
Nel programma di sala testi del compositore Marco Betta (a colloquio con Marco Tutino), di Giuseppe Di Leva (riflessioni sulla stesura del libretto), Hugo De Ana (note di regia), Salvatore Lupo (sul concetto di Risorgimento), Marina Pellanda e Roberto Calabretto (sulla versione cinematografica di Visconti e sulla colonna sonora di Nino Rota nel centenario della nascita).
Costo dei biglietti: da euro 10 a euro 125, in vendita presso il botteghino del Teatro (aperto da martedì a domenica ore 10 – 15, tel. 0916053580 / fax 091322949 / biglietteria@teatromassimo.it), sul sito www.teatromassimo.it o nelle prevendite autorizzate in tutta Italia del circuito Amit-Vivaticket. Informazioni e prevendita 800 907080 (tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 17). Teatro Massimo – piazza Verdi 1 – 90138 Palermo
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Marco Tutino esordisce come compositore nel 1976 quando ventiduenne partecipa al Festival Gaudeamus in Olanda. Da allora la sua musica sinfonica e cameristica è stata programmata in tutto il mondo, ed eseguita da grandi direttori. Quel che si può affermare è che, oggi, Marco Tutino è uno dei compositori della sua generazione maggiormente rappresentati. La sua attività si è sviluppata soprattutto in campo teatrale, scrivendo opere che si ispirano ai beniamini dei ragazzi come Pinocchio (1985), Il gatto con gli stivali (1994), Pugacev (1997), Peter Pan (2000) e il balletto Dylan Dog (1999). Un cenno a parte per il Peter Uncino (2001) con Milva e Riondino, su testo di Michele Serra, che è andato in tournée fuori dai teatri d’opera per trenta repliche. Tutino ha composto anche ispirandosi a grandi personaggi e capolavori della letteratura – Cirano (1987), La Lupa (1990), Vite immaginarie (1990), Federico II (1992), Riccardo III (1995), Vita (2002), Le Bel indifférent (2004), La Bella e la Bestia (2005), The Servant (2008). Tutino è stato inoltre l’ideatore, il promotore e, con altri sei compositori, l’autore del Requiem per le vittime della mafia, eseguito nella Cattedrale di Palermo il 27 marzo 1993. Le sue opere hanno riscosso successo sia in Italia che all’estero e sono state oggetto di numerosi nuovi allestimenti; anche le sue composizioni, richieste da importanti istituzioni musicali – una per tutte il Concerto per Clarinetto e Orchestra commissione del Teatro alla Scala – sono state eseguite in tutto il mondo. Eco mondiale ha riscosso il Canto di pace per tenore, coro e orchestra composto da Tutino su testo di Giovanni Paolo II e interpretato da Placido Domingo il 28 aprile 2003 al Teatro delle Muse di Ancona. Ripreso dai principali network mondiali sarà in seguito interpretato anche da Roberto Alagna (2003) e Andrea Bocelli (2006). Parallelamente Marco Tutino si è dedicato alla organizzazione e alla programmazione artistica: dal 1990 ricopre incarichi di responsabilità nei teatri lirici italiani. Al Teatro Valli di Reggio Emilia dal 1990 al 1993, ai Pomeriggi Musicali di Milano, alla Fondazione Arena di Verona. Nel 2002 viene nominato Direttore Artistico del Teatro Regio di Torino, e nel 2006 Sovrintendente e Direttore Artistico del Teatro Comunale di Bologna. Marco Tutino è anche fondatore e presidente della Scuola dell’opera italiana, nata nel 2008 per promuovere, valorizzare, tramandare la tradizione, la cultura e i caratteri formali e tecnici dello stile “italiano” nell’opera. Nel 2009 è stato nominato presidente dell’Anfols, l’associazione che riunisce le fondazioni liriche italiane.
Nato a Buenos Aires, Hugo de Ana ha studiato all’Istituto Superiore d’Arte del Teatro Colon e alla Scuola Superiore d’Arte “Ernesto della Carcova” laureandosi come professore di Arti visive, poi come scenografo e costumista per il cinema e per il teatro. Ha lavorato come direttore di produzione e come direttore degli allestimenti al Teatro Colon di Buenos Aires. In qualità di regista, scenografo e costumista ha messo in scena oltre sessanta produzioni. A Santiago del Cile ha allestito Romeo e Giulietta, Lucrezia Borgia, Don Carlo, Les Contes d’Hoffmann, ricevendo per tre anni consecutivi il premio della critica per la migliore regia. Nel 1988 ha iniziato a collaborare col Teatro Lirico Nacional “La Zarzuela” di Madrid, e col Gran Teatre del Liceu di Barcellona. In Italia ha debuttato nel 1990 allestendo il Mosè di Rossini al Teatro Comunale di Bologna dove ha poi firmato anche il Werther. Ancora l’Ermione all’Opera di Roma e nel 1992 ha prodotto la Semiramide per il Rossini Opera Festival, Manon Lescaut al Teatro Regio di Torino.
Nel 1993 ha inaugurato la Stagione del Teatro di San Carlo di Napoli con il Mosè di Rossini, spettacolo poi ripreso alla Royal Opera House Covent Garden di Londra. Nel giugno 1997 ha ricevuto il Premio “Abbiati” della critica musicale italiana quale migliore regista e scenografo per l’Iris all’Opera di Roma, per Turandot a Macerata e per Les Contes d’Hoffmann a Genova. Nel 1998 ha debuttato al Teatro alla Scala di Milano con Lucrezia Borgia, sempre alla Scala nel 2000 ha allestito La Forza del destino con la direzione di Riccardo Muti. Ha firmato quindi Le Cid a Siviglia e a Washington con Placido Domingo. Ancora alla Scala Il trovatore diretto da Muti e l’Aida allo Sferisterio di Macerata (premio come miglior regista, scenografo e costumista). Nel 2002 ha vinto nuovamente il Premio “Abbiati” come miglior regista, scenografo e costumista. Nell’agosto 2002 ha allestito al New National Theatre di Tokyo L’elisir d’amore, e all’Opera di Roma il Faust. Nel 2003 ha allestito a Norma a Tokyo, ripresa al Filarmonico di Verona e al Teatro delle Muse di Ancona. Nel 2006 il pubblico dell’Arena di Verona lo ha acclamato per il suo allestimento della Tosca con Fiorenza Cedolins e Marcelo Alvarez diretti da Daniel Oren mentre nel 2007 ha allestito Il barbiere di Siviglia, La sonnambula (Filarmonico di Verona) e La damnation de Faust (Regio di Parma). Ha firmato l’allestimento del Lohengrin che ha inaugurato la stagione 2009 del Teatro Massimo di Palermo.
Per ulteriori informazioni e fotografie, utilizzare l’indirizzo email: stampatm@teatromassimo.it oppure tel. 0916053504 – 0916053206 (Floriana Tessitore +39 3387339981).
20-30 gennaio
Marco Tutino
SENSO
Opera in un prologo, due atti e un epilogo
Libretto di Giuseppe Di Leva dal racconto di Camillo Boito
Nuova commissione del Teatro Massimo
Direttore Pinchas Steinberg
Regia, scene, costumi Hugo De Ana
Luci Vinicio Cheli
Coreografie Luigi Neri
Maestro del Coro Andrea Faidutti
Assistente regia Filippo Tonon
Assistente alle scene Juan Guillermo Nova
Assistente ai costumi Cristina Aceti
Personaggi e interpreti
La contessa Livia Serpieri Nicola Beller Carbone / Paoletta Marrocu
Il tenente Hans Büchner Brandon Jovanovich / Luciano Mastro
Il conte Serpieri Giorgio Surian / Paolo Battaglia
Il marchese Roberto Donà Dalibor Jenis / Giuseppe Altomare
Il comandante Hauptmann Giovanni Furlanetto
Giustina Zuzana Marková
L’avvocato Gino / Un gondoliere / Una voce da fuori / Un messo / Il cocchiere / Un ufficiale Emanuele D’Aguanno
Orchestra, Coro e Corpo di ballo del Teatro Massimo
Coproduzione con il Teatr Wielki Opera Narodowa di Varsavia e il Teatro Comunale di Bologna.
Giovedì 20 gennaio, ore 20.30: Turno Prime
Sabato 22 gennaio, ore 20.30: Turno F
Domenica 23 gennaio, ore 17.30: Turno D
Venerdì 28 gennaio, ore 18.30: Turno B
Sabato 29 gennaio, ore 18.30: Turno S2
Domenica 30 gennaio, ore 18.30: Turno C