Cristina Zavalloni è Sexilia al Maggio

MAGGIO INCONTRI

Venerdì 13 maggio 2011 alle ore 21.00
presso il Teatro Goldoni

Il compositore Luca Mosca, il librettista, giornalista e scrittore Gianluigi Melega, il regista Davide Livermore, introdotti da Paolo Arcà, Direttore Artistico del Maggio Musicale Fiorentino, presenteranno L’Italia del destino, che andrà in scena in prima assoluta nell’ambito del 74° Festival del Maggio Musicale Fiorentino, al Teatro Goldoni, il 15 ed il 17 maggio 2011 alle ore 20.30.

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili

Real-Italy è il sottotitolo del lavoro, perché ciò che viene rappresentato è un vero reality show, con i suoi concorrenti, chiusi in una casa, dipinti con i colori sgargianti dell’attualità, dell’ignoranza dilagante, dell’ambizione, della raccomandazione, dell’ostentazione, di una povertà intellettuale e morale.
Antica è l’attenzione del Maggio per la musica contemporanea, sia durante tutto il ‘900 per i massimi autori di quel secolo, sia oggi per le voci più autorevoli delle nuove generazioni.
In particolare, nelle ultime edizioni del Festival, si è dato spazio ogni anno ad un’opera in prima mondiale, con particolare riguardo a compositori italiani: così nel 2007 fu Antigone di Ivan Fedele ad inaugurare il 70° Maggio,
cui hanno fatto seguito Patto di sangue di Matteo D’Amico nel 2009 e Natura viva di Marco Betta nel 2010, mentre
nel 2008 fu la volta della prima italiana di Phaedra di Hans Werner Henze, uno dei protagonisti della musica
internazionale dagli anni ‘50 del secolo scorso ai giorni nostri. Stavolta la scelta è caduta su L’Italia del destino
di Luca Mosca, Real-Italy in un atto su libretto di Gianluigi Melega. Luca Mosca è una delle voci più interessanti
nell’odierno panorama musicale italiano ed internazionale, autore di lavori che hanno ottenuto vasti consensi. A
realizzare questa première sono chiamati il direttore Marco Angius, il regista Davide Livermore che fa tesoro con
grande sensibilità nelle sue realizzazioni di opere liriche delle esperienze maturate come cantante, lo scenografo
Gianluca Falaschi ed un cast che annovera interpreti fra i più apprezzati della musica contemporanea.

L’Italia del destino | Real-Italy in un atto
Musica Luca Mosca
Libretto Gianluigi Melega
Direttore Marco Angius
Regia e scene Davide Livermore
Costumi Gianluca Falaschi
Luci Nicolas Bovey

La Cameriera Daniela Bruera
La Stilista Alda Caiello
Sexilia Cristina Zavalloni
La Diva Sara Mingardo

Il Cantante Davide Livermore
Il Palestrato Chris Ziegler
Il Creativo Roberto Abbondanza

Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Nuovo allestimento – Prima assoluta -Commissione del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

Prima rappresentazione assoluta dell’opera L’Italia del destino di Luca Mosca, su libretto di Gianluigi Melega, il 15 maggio 2011 al Teatro Goldoni di Firenze per il Maggio Musicale Fiorentino, nell’ambito delle celebrazioni dei 150 anni dell’unità d’Italia.

Un’opera irriverente e dissacrante, satira impietosa di un’Italia unita da sesso, arrivismo e ignoranza.

Commissionata dal Teatro del Maggio Musicale Fiorentino per le celebrazioni dei 150 anni dell’unità d’Italia, L’Italia del destino è stata composta da Luca Mosca su libretto di Gianluigi Melega con la collaborazione di Pilar García e Davide Livermore e andrà in scena il 15 maggio 2011 (e in replica il 17 maggio) con la regia dello stesso Livermore e l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino diretta da Marco Angius. Sulla scena un cast di interpreti caro al compositore milanese: Daniela Bruera (La Cameriera), Alda Caiello (La Stilista), Cristina Zavalloni (Sexilia), Sara Mingardo (La Diva), Davide Livermore (Il Cantante), Chris Ziegler (Il Palestrato), Roberto Abbondanza (Il Creativo).

“L’Italia del destino. Real-italy in un atto” è pubblicata da SugarMusic S.p.A. Edizioni Suvini Zerboni – Milano e sarà in diretta su Rai Radio 3.

Dedicata a Salvatore Sciarrino (già maestro di Mosca), opera comica e delirante con risvolto granguignolesco, L’Italia del destino conserva solo nel titolo l’eco risorgimentale verdiana alludendo a La forza del destino  e si mostra invece come un lavoro di denuncia calato nel contemporaneo, specchio di un’italietta dimentica del suo passato e tutta votata alla perversione televisiva e a un arrivismo spietato. L’opera – composta di un prologo e un epilogo, nove spazi pubblicitari, due telegiornali, undici scene e quattro confessionali – racconta infatti una tipica serata televisiva dominata dal reality show laddove in una casa agiscono sette personaggi-concorrenti stereotipati: la Cameriera, sedicente nobildonna palermitana dal triste vissuto; La Stilista, femminista e artista sedicente; Sexilia, bomba sexy assetata di uomini; La Diva, razzista della Val Gardena eppure di origini napoletane; Il Cantante, incapace ed esaltato; Il Palestrato, gonfio nei muscoli e vuoto nel cervello; Il Creativo, ridicolmente onnipotente e pieno di sé.

La precedente opera di Luca Mosca e Gianluigi Melega, Freud, Freud I Love You, è ora disponibile in un CD monografico pubblicato dalla VDM Records (VDM 038-14): ne sono interpreti Alda Caiello, Roberto Abbondanza, Luigi Petroni e l’Ensemble Algoritmo diretto da Marco Angius. Il CD, contenente anche la suite strumentale Note del guanciale (Omaggio a Shei Shōnagon), ventun pezzi per cinque strumenti, è disponibile su richiesta contattando l’ufficio stampa o la casa editrice Suvini Zerboni.

Il milanese Luca Mosca, classe 1957, è tra gli autori contemporanei italiani più interessanti e significativi e tra i compositori di maggiore talento delle Edizione Suvini Zerboni. La prestigiosa e antica casa editrice musicale annovera alcuni dei più importanti autori della musica del XX e XXI secolo, quali Dallapiccola, Petrassi, Maderna, Berio, De Pablo, Morricone, Solbiati, Fedele e Gervasoni.

Sinossi

Il Presentatore annuncia che si è ormai giunti all’ultima puntata del reality televisivo “Real-italy”, in cui il pubblico sarà chiamato a decidere quali partecipanti eliminare. Tra questi il Cantante e il Creativo fanno sfoggio del proprio narcisismo, suscitando l’ironia della Stilista, che irride all’inettitudine degli uomini, incluso il Palestrato, capace solo di tirate razziste. Tra un annuncio pubblicitario e un altro la Cameriera racconta nel confessionale la propria storia sfortunata. Intanto il Palestrato e Sexilia si corteggiano, mentre la Stilista tenta d’abbordare Sexilia, il Cantante si compiace d’una carriera immeritata, costruita su astuzia ed espedienti, e il Creativo della sua influenza nel sistemare i propri protetti: uno spettacolo che guadagna a più riprese i primi titoli del telegiornale. L’indomani la gran parte dei concorrenti è bocciata alla prova di arte scenica; s’intrecciano flirt tra la Cameriera e il Palestrato, e tra la Stilista e la Diva, mentre Sexilia, gelosa, riesce a riavvicinarsi al Palestrato. La prova di cultura generale sull’Unità d’Italia dimostra la crassa ignoranza dei concorrenti e sfocia in una rissa in cui il Creativo viene ferito da un coltello. La tensione cresce, mentre la Cameriera ritorna tra le braccia del Palestrato. A sorpresa il Creativo fa ritorno in abito da Garibaldi, inveendo contro i traditori dell’Unità d’Italia. A quel punto il Presentatore invita il pubblico, tra l’angoscia degli astanti, a decidere col telecomando quale concorrente eliminare.

Intervista a Luca Mosca

Qual è stata la genesi dell’opera?

Inizialmente si era pensato a un’opera metateatrale in cui i personaggi provavano La forza del destino di Verdi (ecco perché il titolo L’Italia del destino) poi Davide Livermore ha suggerito di rileggere i personaggi come plausibili concorrenti di un reality show televisivo per la presenza di liti e approcci sessuali tipici di un reality. Così il libretto, già scritto, è stato trasformato in quest’ottica. L’unità d’Italia, messa continuamente in discussione negli scontri fra personaggi dalle diverse provenienze regionali, è esplicita in una delle prove che essi devono affrontare: un quiz a tema che non riusciranno a superare.

Com’è costruita l’opera?

Una delle cose che mi hanno stimolato di più nella composizione di quest’opera è stata la possibilità di confrontarmi con le forme chiuse dello spettacolo televisivo. Si tratta infatti di ventotto numeri (11 scene, 9 interruzioni pubblicitarie, 2 telegiornal, 4 confessionali, prologo ed epilogo) ma centrifugati in un vortice  ritmico. Vi sono comunque parti più melodiche, e persino delle canzoni dai toni quasi jazzistici. È chiaramente un’opera di critica sociale che raffigura un mondo in cui la televisione si sostituisce alla realtà: tutti i personaggi sono negativi e caratterizzati da una mediocrità che è la normalità nell’universo televisivo.

Qual è l’organico?

È un organico decisamente antiromantico e privo, nonostantre la ritmicità della musica, di percussioni a suono indeterminato. È composto da 18 strumenti: ottavino e flauto; oboe, clarinetto e clarinetto basso; corno, tromba e trombone; arpa; vibrafono e xilofono (impiegati solo nelle pubblicità e nei telegiornali), la tastiera elettronica per i suoi particolarissimi timbri, pianoforte e quintetto d’archi (due violini, viola, violoncello e contrabbasso).

Che tipo di allestimento sarà?

La messa in scena sarà su un palco rotante diviso a spicchi ognuno dei quali rappresenta di volta in volta una scena, una pubblicità o il telegiornale.

Intervista a Gianluigi Melega

Qual è il senso di quest’opera nell’ambito delle celebrazioni dell’unità d’Italia?

Come librettista mi è stato chiesto di scrivere un testo “per l’occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia”: c’erano molti modi per affrontare il tema. Cominciando a lavorare con Luca Mosca, il compositore, e con Pilar García e Davide Livermore che hanno poi appassionatamente collaborato all’esito finale, decidemmo di centrare l’argomento su quella che a noi appariva come una spaventosa distanza culturale e sociale tra gli italiani e gli ideali del Risorgimento da una parte e la realtà italiana di oggi dall’altra, come esemplificata dalle trasmissioni popolari televisive. È la distanza che c’è tra Giuseppe Verdi e le sue opere e tra Bruno Vespa e i suoi ospiti televisivi.

Sembra non lasciar nessuno spazio alla speranza…

In Francia, in questi mesi, ha avuto un enorme successo un pamphlet dal titolo Indignatevi!, di Stephane Hessel, un filosofo di 93 anni, che si unì a De Gaulle nel 1943 nella Resistenza contro i nazisti, e che ora medita su quanto è stato “tradito” di quel patrimonio ideale e politico dai suoi concittadini e dalle sue istituzioni attuali. Le sue considerazioni valgono anche per noi italiani. E, d’altra parte, si parva licet… anche Dante nel suo Inferno non salva nessuno.

Come descriverebbe la caratterizzazione linguistico-poetica del libretto?

La lingua di un autore moderno, sotto tutte le latitudini, è ormai un miscuglio sregolato di idiomi meticci, dai dialetti alle istruzioni per specialisti, dalle grida ritmate agli slogan pubblicitari (compresi i vocaboli acquisiti: non ho appena usato la parola “slogan”?). Con Luca Mosca ho scritto testi e libretti d’opera in italiano e in inglese: per sentirmi a mio agio come autore ho bisogno del massimo arbitrio linguistico. Il “destino” di un autore italiano d’oggi è forse anche questo.

Biografie

Luca Mosca è nato a Milano nel 1957.

Ha studiato presso il Conservatorio della sua città diplomandosi in pianoforte con Eli Perrotta e Antonio Ballista, clavicembalo con Marina Mauriello e composizione con Franco Donatoni e Salvatore Sciarrino.

Sue composizioni sono state eseguite in importanti sedi e manifestazioni quali: Radio France, Beaubourg di Parigi, Festival di Strasburgo, Lione, Avignone, Varsavia, WDR di Colonia, Auditorio Nacional de Madrid, Festival Wien Modern, stagioni da camera di Londra, Manchester, Rotterdam, stagioni sinfoniche RAI di Napoli, Roma, Milano, Unione Musicale di Torino, Biennale di Venezia, Bologna Festival, Musica nel Nostro Tempo e Milano Musica, stagioni sinfoniche del Teatro Massimo di Palermo e del Gran Teatro La Fenice di Venezia, Piccola Scala di Milano, Orchestra Regionale Toscana.

Come pianista e clavicembalista ha dato numerosi concerti in Italia e all’estero, eseguendo soprattutto il repertorio del secondo dopoguerra e la propria musica. Ha inciso per la CGD l’integrale degli Études di Claude Debussy e musiche di Chopin, Liszt, Scriabin, Gershwin.

Fra le sue composizioni più importanti si segnalano le opere Il sogno di Titania, Peter Schlemihl, America, K, Un uomo di vetro (su libretti di Pilar García), Mr. Me, Signor Goldoni, Freud, Freud, I Love You, Il frustino di Brunilde e L’Italia del destino (su libretti di Gianluigi Melega); quattro Concerti per pianoforte e orchestra, Quindici divertimenti per oboe e orchestra, Tredici fantasie per violino e orchestra, Concerto in due movimenti per flauto e orchestra, Cinque ballate per oboe e orchestra, Trenta novellette per soprano, pianoforte e orchestra; Undici poemetti, La passeggiata improvvisa e Una mano piena di ore per orchestra; Dreifaltigkeitslied e Down by the Delta per coro e orchestra; quattro Sinfonie concertanti (per violino, viola e archi; per oboe, violino e archi; per nove strumenti antichi; per violoncello, contrabbasso e archi); dodiciTrii, due Ottetti, due Quintetti e moltissima musica per svariati ensemble e per pianoforte solo. Negli ultimi anni ha collaborato intensamente con Gianluigi Melega, sui cui testi poetici ha scritto, oltre alle opere Mr. Me, Signor Goldoni, Freud, Freud, I Love You, Il frustino di Brunilde e L’Italia del destino, anche la cantata Down by the Delta per coro e orchestra, Concerto per soprano e sei strumenti, An Ode to Ludwig Wittgenstein per soprano e dieci strumenti, A Lie in High C per tenore e sei strumenti, In the Garden at Ninfa per soprano e sei strumenti, il ciclo di ventotto haiku Words to Score a Rhyme per soprano, violino, violoncello e pianoforte, Bus 130 canzonetta per mezzosoprano e cinque strumenti e She-Donkey jazz song per voce e dieci strumenti.

Vive e insegna a Venezia.

Le sue opere sono pubblicate dalle Edizioni Suvini Zerboni – SugarMusic S.p.A., Milano.

Gianluigi Melega è nato a Milano nel 1935 e a Milano è vissuto fino a trentasei anni, quando si è trasferito a Roma, dove vive.

A diciassette anni ha vinto una borsa di studio per gli Stati Uniti e si è diplomato alla John Marshall High School di Rochester, N.Y. Da allora si considera bilingue e della seconda lingua, l’inglese, ha fatto continuo uso, in famiglia e nella professione, il giornalismo, che lo ha portato in molti paesi del mondo, anche per lunghi periodi.

Ha lavorato al “Giorno”, a “Panorama”, a “La Repubblica”, a “L’Espresso”. È stato direttore dell’“Europeo”.

Ha pubblicato i primi tre volumi della saga autobiografica Tempo lungo con Baldini & Castoldi: Addio alle virtù, Delitti d’amore, Eravamo come piante; quindi il quarto, L’anima m’hai venduto, con Feltrinelli.

Ha inoltre pubblicato il romanzo Il maggiore Aebi (Feltrinelli) e le raccolte di poesie Planetario privato (Scheiwiller) e, in lingua inglese, Inner Cities e Lineage (Scheiwiller), poi raccolte nella più ampia Concerto and Collected Poems (Archinto). Sempre con Scheiwiller ha pubblicato un lungo racconto di viaggio a Sant’Elena, L’isola più isola.

Il recente volume Tra-la-la. Word to Music (Archinto) raccoglie i testi in lingua inglese messi in musica da Luca Mosca nei primi cinque anni di collaborazione tra i due autori.