Don Carlo versione 5 atti apre le stagioni di Modena e Piacenza

STAGIONE LIRICA 2012-2013

Debutta con il Don Carlo di Giuseppe Verdi la Stagione lirica 2012-2013
della Fondazione Teatri di Piacenza. Domenica 28 e martedì 30 ottobre le luci del Municipale si accenderanno su una fra le opere più complesse della produzione verdiana.
Si apre così una Stagione che si appresta a celebrare in grande stile il
bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi: oltre al Don Carlo, in cartellone anche Otello e l’amata “Trilogia popolare”: Rigoletto, Trovatore, Traviata.
Accanto a Verdi, infine, ritroveremo Mozart con Le nozze di Figaro, in
un progetto volto a valorizzare i giovani interpreti e realizzato insieme
all’Accademia Cubec di Mirella Freni

In grande stile, la Fondazione Teatri di Piacenza si appresta a celebrare Giuseppe Verdi in occasione del bicentenario della nascita; un ricordo più che doveroso per il maestro legato, come è noto, alla terra piacentina sia per vincoli parentali che per la dimora di Sant’Agata di Villanova. Il cartellone della Stagione lirica 2012-2013 gli concede dunque un posto d’onore con ben cinque opere in programma. In scena al Municipale saranno due dei drammi più complessi della sua produzione Don Carlo e Otello, nonché l’amata e
nota “trilogia popolare”: Rigoletto – Trovatore – Traviata. La seconda opera in cartellone è di Wolfgang Amadeus Mozart, altro grande genio del teatro lirico: Le Nozze di Figaro, il primo (1786) dei tre libretti di Lorenzo da Ponte che Mozart vestì di musica.

Don Carlo in scena il 28 ottobre e 30 ottobre ore 19,30 (Turni A e B) – (anteprima generale il 25 ottobre alle ore 15,30) – viene realizzato nella versione in cinque atti, che Verdi realizzò nel 1886 per Modena.
“La versione più eseguibile e la più efficace dal punto di vista drammaturgico – come ha spiegato il direttore d’orchestra Fabrizio Ventura, che ha aggiunto – Per il valore di questa versione rispetto a quella in quattro atti basterebbe osservare il quinto atto dell’opera, l’aria di Elisabetta e il duetto fra Carlo ed Elisabetta, dove c’è un ritorno quasi onirico all’atmosfera spensierata del loro primo duetto, chiudendo in questo modo un cerchio ideale che attraversa tutta
l’opera. Togliere l’atto di Fontainebleau, – ha ribadito Ventura – come si è fatto spesso e si fa ancora nella consuetudine teatrale, vuol dire eliminare questi rimandi. Le melodie dell’ultimo atto non arrivano più come ritorno, come ricordo del passato, ma come qualcosa di nuovo e pertanto si perde il loro effetto più bello”.
A dare origine alla più complessa ed estesa opera di Giuseppe Verdi è la vicenda che ruota intorno al rapporto fra il sovrano Filippo II di Spagna e il figlio Carlos. Commissionato dall’Opéra di Parigi per l’Esposizione Universale del 1867, il lavoro subì significative rielaborazioni fino alla sua forma conclusiva, che viene in questa occasione ripresentata così come andò in scena a Modena nel carnevale 1886. Per questo suo destino Verdi stesso definì quest’opera un mosaico, ma la sua lunga gestazione non gli impedì di esporre i temi fondamentali e più attuali per l’umanità. Così i personaggi di Don Carlo sono dipinti nelle più intime pieghe della loro psiche e si inseriscono nei fatti di una storia dove le divergenze politiche e il dibattito fra Stato e Chiesa sono solo le più evidenti fra le tematiche affrontate. A questo realismo narrativo partecipa anche la macchina del melodramma, con una densa partitura capace di evocare le facce nascoste della solitudine melanconica o il fasto dell’autorità, gli squarci di luce o la perdurante oscurità, gli spazi fisici o quelli irreali.
A Piacenza il Don Carlo andrà in scena in una versione che “deve molto alla regia che dell’opera fece Luchino Visconti in un allestimento che ho avuto la fortuna di riprendere per la prima volta dopo la morte del regista, per il Teatro dell’Opera di Roma, iniziando un’avventura e un rapporto con questo titolo e con quello spettacolo che dura ormai da ventisette anni, e che mi ha portato nei teatri di tutto il mondo” ha dichiarato il regista Joseph Franconi Lee. Più in dettaglio la rappresentazione scenografica che il pubblico del Municipale avrà modo di apprezzare è di stampo tradizionale, così come tradizionali sono i costumi, nel senso che l’azione è stata mantenuta nella stessa epoca del testo di Verdi, grossomodo intorno al 1560.
Una scelta che lo scenografo Alessandro Ciammarughi ha così motivato: “Ho scelto come linguaggio quello della scenografia classica perché credo ancora in questo modo di fare teatro, dove classico non vuol dire vecchio, naturalmente. Il metodo che ho scelto per rappresentare Don Carlo si concretizza attraverso la pittura scenografica, oltre alla parte costruita, perché credo molto nella scenografia dipinta”. Secondo Ciammarughi infatti “in Italia stiamo vivendo una grossa crisi culturale, e noi che lavoriamo in teatro abbiamo il compito di riavvicinare il pubblico alla cultura proponendo spettacoli capaci di lanciare messaggi storico-sociali, con un linguaggio chiaro che attiri il pubblico e allo stesso tempo lo solleciti intellettualmente”.
Lo spettacolo in scena al Municipale è un nuovo allestimento per la regia di Joseph Franconi Lee, con le scene dipinte da Alessandro Ciammarughi, prodotto dalla Fondazione Teatro Comunale di Modena in collaborazione con la Fondazione Teatri di Piacenza. Il cast comprende i due tenori Mario Malagnini e Sergio Escobar che si alternano nel ruolo del titolo, il basso Giacomo Prestia (Filippo II), il baritono Simone Piazzola (Rodrigo), il basso Luciano Montanaro (Grande Inquisitore), il soprano Cellia Costea (Elisabetta), il mezzosoprano Alla Pozniak (Principessa d’Eboli), Fabrizio Ventura dirige l’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna; il Coro Amadeus – Fondazione Teatro Comunale di Modena è guidato da Stefano Colò.

Don Carlo inaugura la stagione lirica e le celebrazioni del bicentenario verdiano di Modena

La Stagione lirica 2012-2013 si aprirà il 17 ottobre con Don Carlo, un’importante produzione presentata in un nuovo allestimento curato dal Teatro Comunale. L’opera, uno dei titoli più impegnativi del repertorio verdiano, sia per cast vocale che per impianto scenico, è assente da trent’anni dal palcoscenico modenese e in questa particolare versione della partitura non è stata più rappresentata in tempi moderni. Lo spettacolo è curato dal newyorkese Joseph Franconi Lee, regista affermato a partire dagli anni Novanta nei maggiori teatri italiani e internazionali, che dello stesso titolo cura da oltre vent’anni le riprese dell’allestimento storico di Luchino Visconti, per teatri quali la Maestranza di Siviglia e, con la direzione di Zubin Mehta, il Teatro Comunale di Firenze. Le scene, disegnate da Alessandro Ciammarughi, sono state realizzate nello storico laboratorio del Teatro Comunale da Rinaldo Rinaldi, modenese allievo di Koki Fregni e in questo settore artista fra i più affermati a livello internazionale. Questa edizione di Don Carlo sarà basata sulla versione originale che nel 1886 venne approntata e approvata da Giuseppe Verdi proprio in occasione della rappresentazione all’allora Teatro Municipale, divenuta nota al mondo operistico come “Versione di Modena”, e aprirà le celebrazioni al Comunale del bicentenario della nascita del compositore. La parte musicale è affidata a Fabrizio Ventura, attuale direttore musicale generale del Teatro e dell’Orchestra di Münster, in Germania, e con una consolidata esperienza internazionale che lo ha portato al Covent Garden di Londra, all’Opera di Oslo, di Sydney, di Praga, al Teatro dell’Opera di Roma, alla Fondazione Arena di Verona e al Carlo Felice di Genova.
L’opera è coprodotta dalla Fondazione I Teatri di Piacenza.

Mercoledì 17 ottobre 2012 – ore 20.00
Venerdì 19 ottobre 2012 – ore 19.00
Domenica 21 ottobre 2012 – ore 15.30

DON CARLO “Versione di Modena, 1886”

Opera in cinque atti.
Libretto di François-Joseph Méry e Camille Du Locle. Trad. italiana di Achille de Lauzières, Angelo Zanardini.
Musica di Giuseppe Verdi

Teatro Comunale “Luciano Pavarotti”

Personaggi e interpreti
Filippo II, Re di Spagna Giacomo Prestia
Don Carlo, Infante di Spagna Mario Malagnini / Sergio Escobar
Rodrigo, Marchese di Posa Simone Piazzola
Il Grande Inquisitore Luciano Montanaro
Un Frate Paolo Buttol
Elisabetta di Valois Cellia Costea
La Principessa Eboli Alla Pozniak
Tebaldo, paggio d’Elisabetta Irène Candelier
Il Conte di Lerma Giulio Pelligra
Un araldo reale Marco Gaspari
Una voce dal cielo Irène Candelier

Direttore Fabrizio Ventura
Regia Joseph Franconi Lee
Scene e costumi Alessandro Ciammarughi
Luci Nevio Cavina
Movimenti coreografici Marta Ferri
Maestro del coro Stefano Colò
Assistente alle scene e ai costumi Fulvia Donatoni

Scene dipinte da Rinaldo Rinaldi, Maria Grazia Cervetti, Keiko Shiraishi
nella Sala di scenografia del Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena

Orchestra Regionale dell’Emilia-Romagna
Coro Lirico Amadeus – Fondazione Teatro Comunale di Modena

Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Comunale di Modena
Coproduzione Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatri di Piacenza