Il balletto Onegin alla Fenice e il Concerto di Natale in Basilica
Doppio appuntamento con la grande danza e la grande musica mercoledì 18 e giovedì 19 dicembre 2013, con due eventi in contemporanea al Teatro La Fenice e in Basilica di San Marco.
Mercoledì 18 e giovedì 19 alle 19.00 (turni A ed E) la Sala Grande del Teatro ospiterà le prime due recite della prima rappresentazione italiana del balletto in due atti Onegin del coreografo russo Boris Eifman, andato in scena per la prima volta a SanPietroburgo il 3 marzo 2009. Ispirato al romanzo Evgenij Onegin di Aleksandr Puškin e basato su musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij intrecciate a brani di rock progressivo del chitarrista russo Aleksandr Sitkoveckij, il balletto rilegge in chiave contemporanea la vicenda di Onegin e Tat’jana, trasponendola nella Russia d’oggi, nata dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica. Le due recite del 18 e 19 dicembre saranno seguite da altre tre repliche venerdì 20 alle 19.00 (turno D) e sabato 21 e domenica 22 alle 15.30 (turni C e B).
Sempre mercoledì 18 e giovedì 19, alle 20.00, l’Orchestra del Teatro La Fenice diretta da Stefano Montanari offrirà il tradizionale Concerto di Natale in Basilica, dedicato quest’anno a musiche di Arcangelo Corelli, Georg Friedrich Händel, Johann Sebastian Bach, Alessandro Scarlatti, Antonio Vivaldi e Giuseppe Sammartini, con tre ouverture di oratorio, due concerti grossi per la notte di Natale, un concerto per violino, archi e continuo eseguito dallo stesso Stefano Montanari e quattrobrani vocali interpretati dal soprano Silvia Frigato e dal mezzosoprano Marina De Liso. La serata del 18 dicembre è su invito della Procuratoria di San Marco, quella del 19 in abbonamento turno S della Stagione sinfonica 2013-2014.
Il concerto, con minime variazioni di programma, sarà replicato anche alla Cattedrale di Vicenza venerdì 20 dicembre, alla Cattedrale di Chioggia sabato 21 e al Duomo di Mestre domenica 22.
Onegin è una versione coreografica del romanzo in versi Evgenij Onegin di Aleksandr Puškin. Pur conservando le basi poetiche e filosofiche del lavoro di Puškin, il balletto di Boris Eifman offre l’opportunità di leggere la vicenda attraverso occhi contemporanei.
Prodotto dalla compagnia dell’Eifman Ballet, Onegin si è imposto nel 2009 come uno degli eventi più significativi della vita culturale contemporanea pietroburghese. Il nome di Eifman è da sempre associato a interessanti sperimentazioni e ad audaci interpretazioni di opere classiche che arricchiscono e rinnovano nelle forme e nei contenuti il repertorio del balletto contemporaneo. Le immagini coreografiche dei suoi spettacoli propongono un insieme composito, una combinazione di reale e fantastico di grande impatto emotivo. Lo stesso vale per la musica. In Onegin Eifman unisce musiche del repertorio classico a brani moderni, e l’accostamento di Čajkovskij al rock di Aleksandr Sitkoveckij aiuta il pubblico a meglio comprendere il suo messaggio coreografico.
«Nel rivolgermi alla grande letteratura come fonte diispirazione per i miei balletti, – afferma Eifman – cerco di esprimere attraverso l’arte della coreografia il turbamento emotivo che viene dall’entrare in contatto con la saggezza e la forza creativa dei geni del passato. Quando mi rivolgo alla fonte letteraria originale, il mio obiettivo è da un lato rivelarne gli aspetti che parlano alla contemporaneità, dall’altro individuarne gli elementi che possono essere espressi solo attraverso l’arte coreografica.
Il romanzo Evgenij Onegin di Aleksandr Puškin è stato definito “un’enciclopedia della vita russa”, nella quale Puškin ha fornito un ritratto accuratissimo dell’indole russa dei suoi tempi, disegnando un’immagine poetica dell’anima russa, misteriosa, imprevedibile e incredibilmente sensuale. Ho trasportato i personaggi di Puškin ai giorni nostri, in circostanze nuove, più drammatiche, anche estreme, quando il vecchio mondo collassa e la vita ci impone nuove regole.Avevo bisogno di questo esperimento per rispondere a una domanda che mi assilla: cos’è oggi l’anima russa? Ha preservato la sua unicità, il suo mistero, la sua forza d’attrazione? Cosa farebbero oggi delle loro vite i personaggi del romanzo? Cosa nel romanzo era un riflesso dei tempi e cosa una traccia del destino di molte generazioni dei miei connazionali?
L’arte della coreografia non è in grado di rispondere alle questioni concrete che riguardano la costruzione della società. Ma partecipare alla formulazione creativa di queste domande, analisi e valutazioni individuali ci permette di essere parte del processo di perfezionamento della società».