La Giselle de Genéve

AL TEATRO VALLI LA PRIMA NAZIONALE DI GISELLE DELLO SVEDESE PONTUS LIDBERG

Venerdì 28 febbraio a Reggio Emilia il Ballet du Grand Théâtre de Genève per una storia d’amore senza tempo
Il Teatro Valli di Reggio Emilia accoglie venerdì 28 febbraio la prima nazionale della “Giselle” del Ballet du Grand Théâtre de Genève coreografata dallo svedese Pontus Lidberg. Il balletto in due atti, su musica di Adolphe Adam, liberamente ispirato al libretto di Théophile Gautier e Jules-Henry Bernoy de Saint-Georges racconta una storia d’amore senza tempo.
Giselle e Albrecht si sono innamorati follemente ieri e s’innamorano follemente oggi o domani, e per richiamare questa dimensione atemporale del sentimento Lidberg mostra due amanti dei giorni nostri. Appartengono a due universi differenti e si giurano un amore senza confini, un amore che deve restare segreto per ragioni che dipendono dal loro vissuto. Giselle non osa confessarlo alla sua famiglia, lei è una povera al servizio di una famiglia ricca, mentre Albrecht, il figlio dei , dimentica di essere già fidanzato. Quando Giselle, superata l’iniziale diffidenza e abbandonatasi all’amore, scopre la verità non detta/dimenticata di Albrecht, non resistendo a tanto dolore, si uccide. Ciò che resta ad Albrecht sono i rimorsi che lo perseguitano presentandosi in veste di fantasmi per proteggerlo dai quali Giselle torna dopo la morte. Trascorsa una notte in balia dei rimpianti e tormenti, Albrecht comprende finalmente che solo un cuore onesto può resistere a tali fantasmi.
Pontus Lidberg legge in questa romantica favola la storia senza tempo di un amore inaspettato e impossibile, dove Giselle e Albrecht, separati da barriere di classe sociale ed etnia, sono nostri contemporanei e le Willis, non più spiriti di ragazze morte vergini, sono i ricordi che ci perseguitano durante tutta la vita, i ricordi di persone che semplicemente scompaiono dal nostro presente. Il giovane coreografo si concentra molto sulle figure e sulle personalità dei protagonisti nella sua interpretazione del balletto classico.
Il teatro ginevrino si è dotato di una compagnia di danza stabile nel 1962, dopo con la riapertura che ha fatto seguito alla ricostruzione della sede necessaria dopo l’incendio del 1951. L’istituzione del Ballet du Grand Théâtre de Genève ha dato compimento ad una storia di attenzione alla danza nata agli inizi del 1900. Dopo aver ospitato artisti provenienti da altre compagnie (da Isadora Duncan a Vaslav Nijinsky) il balletto del teatro svizzero ha iniziato ad esplorare la pluralità stilistica della danza nel XX secolo lavorando con artisti come George Balanchine (consulente artistico 1970-1978), Mikhail Baryshnikov , Rudolf Nureyev, Jirí Kylián, Ohad Naharin, William Forsythe e Lucinda

Ballet du Grand Théâtre de Genève
Direttore Generale: Tobias Richter
Direttore del Ballet: Philippe Cohen
Partner del Ballet du Grand Théâtre : Vacheron Costantin
Giselle
Balletto in due atti
Creazione mondiale: Ginevra ottobre 2012

Liberamente ispirato al libretto di Théophile Gautier e Jules-Henry Bernoy de Saint-Georges.
Creato a Parigi il 28 giugno 1841 presso l’Académie royale de musique (Opéra de Paris)

Coreografia originale: Pontus Lidberg
Musica: Adolphe Adam
Scene e luci: Patrik Bogårdh
Costumi: Rachel Quarmby – Spadaccini
Quadri luminosi : Zaria Forman

Personaggi
Giselle: Sarawanee Tanatanit
Albrecht: Paul Girard
Hilarion: Xavier Juyon
Myrtha: Daniela Zaghini
Bathilde: Andie Masazza
Il piccolo: Milo Delieutraz

Céline Allain, Fernanda Barbosa, Louise Bille, Ornella Capece, Virginie Nopper,
Yu Otagaki, Angela Rebelo, Sara Shigenari,
Joseph Aitken, Loris Bonani, Natan Bouzy, Aurélien Dougé, Vladimir Ippolitov,
Geoffrey Van Dyck, Nahuel Vega.

Rimorso postumo Quando tu dormirai, mia tenebrosa,
nel fondo di una tomba in marmo nero,
e per castello e alcova non avrai
che una fossa profonda ed un sepolcro
in cui stilla la pioggia; quando grave
premendoti sui seni impauriti
e sopra i fianchi illanguiditi in dolce
abbandono, la pietra al cuore tuo
impedirà di battere e volere,
e ai tuoi piedi di andare all’avventura,
in quelle lunghe notti senza sonno
la tomba ti dirà (dell’infinito
mio sogno confidente, ché il poeta
sempre sarà compreso dalla tomba):
“Mancata cortigiana, che ti serve
il non aver conosciuto quello
che rimpiangono i morti?”. E la tua pelle
il verme roderà, come un rimorso.
(traduzione di Luigi de Nardis)

Remords posthume

Lorsque tu dormiras, ma belle ténébreuse,
Au fond d’un monument construit en marbre noir,
Et lorsque tu n’auras pour alcôve et manoir
Qu’un caveau pluvieux et qu’une fosse creuse;
Quand la pierre, opprimant ta poitrine peureuse
Et tes flancs qu’assouplit un charmant nonchaloir,
Empêchera ton coeur de battre et de vouloir,
Et tes pieds de courir leur course aventureuse,
Le tombeau, confident de mon rêve infini
(Car le tombeau toujours comprendra le poète),
Durant ces grandes nuits d’où le somme est banni,
Te dira: «Que vous sert, courtisane imparfaite,
De n’avoir pas connu ce que pleurent les morts?»
— Et le ver rongera ta peau comme un remords.
Charles Baudealaire, Les Fleurs du Mal