Binasco dirige e interpreta Tempesta

Da giovedì 27 a domenica 30 marzo

Arena del Sole, Sala Grande, ore 21, domenica ore 16

LA TEMPESTA

di William Shakespeare

regia e traduzione Valerio Binasco

spettacolo della Popular Shakespeare Kompany

con Valerio Binasco

e con, in ordine alfabetico, Alberto Astorri, Fabrizio Contri, Andrea Di Casa, Simone Luglio, Gianmaria Martini, Deniz Ozdogan, Fulvio Pepe, Giampiero Rappa, Sergio Romano, Roberto

Turchetta, Ivan Zerbinati

musiche dal vivo Gianluca Viola

scene Carlo De Marino musiche originali Arturo Annecchino

costumi Sandra Cardini luci Fabio Bozzetta

produzione Veronica Mona con Oblomov Films, Teatro Metastasio Stabile della Toscana La Shakespeare Popular Kompany nasce nel 2011, in seguito al successo di Romeo e Giulietta con Riccardo Scamarcio, con la motivazione di continuare a offrire al pubblico grandi testi, in un momento in cui la crisi sta spingendo il teatro sempre di più verso la messa in scena di spettacoli di piccoledimensioni.

Deus ex-machina di questo ensemble artistico è Valerio Binasco, pluripremiato sia come regista siacome attore lungo il corso di una carriera che spazia dal cinema agli spettacoli con Carlo Cecchi. Diquesta edizione della Tempesta è regista e ne interpreta il ruolo del protagonista Prospero.

La Tempesta è, ancora oggi – quando siamo prossimi alla ricorrenza dei 450 anni dalla nascita diShakespeare (23 aprile) – uno dei testi più affascinanti del teatro mondiale.

Appartenente all’ultima fase creativa, quella dei romances, in cui Shakespeare rielabora in dimensionemitica e sacrale le grandi tematiche delle tragedie e commedie precedenti. A partire dalla lotta intestinaper il trono – qui quella di Prospero, il legittimo Duca di Milano fatto esiliare dal fratello Antonio sull’isolamisteriosa, dove si rincontreranno dopo il naufragio e la tempesta –, a quella del teatro nel teatro – questo è uno dei pochi casi in cui il Bardo rispetta le tre unità aristoteliche, tempo luogo azione – fino a quella degli scherzi e incroci amorosi che sono sempre rivelatori di altro – come accade a Miranda, figlia di Prospero, e Ferdinando, figlio del re di Napoli, amico di Antonio, fratello usurpatore di Prospero.

Qual è il tema portante della Tempesta? «Se lo chiedete a cento registi – risponde Binasco – o a cento studiosi, avrete mille risposte diverse: segno che più che mai in questo misterioso testo ognuno ci vede qualcosa, come se fosse una strana allegoria, o una meravigliosa macchia di vari colori. Per me è un dramma (malinconicamente) giocoso sulla fine della civiltà, sulla fine della vita e sulla fine delle cose in generale. Per ognuna di queste ‘fini’ c’è una storia: la storia del regicidio – fratricidio è il simbolo della fine della civiltà; la storia della bacchetta magica spezzata è il simbolo dell’accettazione della fine della vita; la storia del naufragio è il simbolo della fine del nostro rapporto con le cose, ed equivale a una metafora dell’espiazione».

Spiega in conclusione Binasco: «Gran parte del fascino della Tempesta dipende dal suo mistero.

Cercare il bandolo della matassa è inutile. Meglio puntare dritti al cuore della matassa e perdersi. Qual è la lezione per noi oggi? C’è solo da comprendere. E comprendere non è perdonare. È arrendersi. Alla fine, resterà solo l’eroismo degli arresi. E Prospero, con fatica, si arrende. Anche se, dicono, ha vinto».

Info biglietteria: tel. 051.2910.910 – arenadelsole.it

Prezzi: da € 7,00 a € 23,00