Martone a Recanati, Napoli, Milano, Bologna e Modena

Teatro Storchi, Largo Garibaldi 15 – Modena

27, 28, 29 marzo ore 21.00
30 marzo ore 15.30

OPERETTE MORALI
di Giacomo Leopardi
regia MARIO MARTONE
con Renato Carpentieri, Roberto De Francesco, Iaia Forte, Paolo Graziosi, Giovanni Ludeno, Paolo Musio, Totò Onnis, Barbara Valmorin,
Victor Capello

scene Mimmo Paladino
costumi Ursula Patzak
luci Pasquale Mari
suoni Hubert Westkemper
dramaturg Ippolita di Majo
aiuto regia Paola Rota
scenografo collaboratore Nicolas Bovey
la musica per il ‘Coro di morti nello studio di Federico Ruysch’
è di Giorgio Battistelli (Casa Ricordi – Milano)
esecuzione Coro del Teatro di San Carlo diretto da Salvatore Caputo

Fondazione del Teatro Stabile di Torino

Dal 27 al 30 marzo il Teatro Storchi di Modena ospiterà Operette Morali di Giacomo Leopardi per la regia di Mario Martone che con quest’allestimento si è già aggiudicato numerosi riconoscimenti fra cui Premio Ubu per il teatro 2011 per la miglior regia, Premio La Ginestra 2011 per la regia ed infine Premio dello spettatore 2012 Teatri di Vita di Bologna.
Le Operette morali sono una raccolta di ventiquattro componimenti in prosa, dialoghi e novelle, che Giacomo Leopardi scrive tra il 1824 ed il 1832. In essi troviamo l’anima più profonda dell’autore: il rapporto dell’uomo con la storia, con i suoi simili e in particolare con la Natura; il raffronto tra i valori del passato e la situazione statica e decaduta del presente; la potenza delle illusioni e della gloria.
I temi affrontati sono fondamentali, primari: la ricerca della felicità e il peso dell’infelicità, la natura matrigna, la vita che è dolore, noia. In questo panorama di atmosfere astratte e glaciali la ragione si distingue come unico strumento per sfuggire alla disperazione.

Le Operette rappresentano una perfetta orchestrazione di toni sulla vita e sulla morte: nella visione leopardiana, l’uomo si muove all’interno di una natura cieca, dalla quale non può ottenere nulla. Sprezzante verso l’idea di progresso, scientifico e spirituale, il poeta irride le conquiste dell’umanità come pure finzioni, chimere di un progresso senza costrutto. Cosa rimane dunque all’uomo?
«L’idea di Mario Martone – scrive Ippolita di Majo, dramaturg dello spettacolo – di mettere in scena le Operette morali di Giacomo Leopardi, un testo fuori dal canone della letteratura teatrale, nasce dal serrato confronto con la cultura e con la storia d’Italia del XIX secolo che lo ha impegnato negli ultimi anni di lavoro in campo cinematografico. A monte sta l’urgenza, artistica e civile, di riandare alle origini della scrittura teatrale nazionale per interrogarsi sui suoi potenziali e i suoi limiti: da Alfieri a Manzoni, appunto a Leopardi. (…) La forma dialogica consente inoltre a Leopardi una vertiginosa frammentazione dei punti di vista, e in quasi tutti i personaggi, che si susseguono come in un arsenale delle apparizioni, si riflette il suo versatile e molteplice ingegno, la potenza creativa delle contraddizioni che animano il suo pensiero e danno corpo alla sua folgorante ironia.
Si tratta di un testo che non si può definire teatrale in senso classico, ma che è stato pensato come una commedia, in una lingua e con una struttura così vive e moderne da far saltare i riferimenti drammaturgici del secolo in cui è stato scritto per approdare a una profonda consonanza con esperienze fondamentali del teatro del Novecento.
Con la messa in scena di Operette morali Mario Martone riprende il filo del suo spettacolo L’opera segreta (messo in scena al Teatro Mercadante di Napoli, nel dicembre del 2004), in cui la parte finale era dedicata al lungo soggiorno napoletano di Leopardi. Il progetto è quello di affrontare il testo nel suo insieme, operando dei tagli all’interno, ma preservandone la struttura complessiva: il rapporto dell’uomo con la storia, con i suoi simili e in particolare con la Natura; il raffronto tra i valori del passato e la situazione statica e decaduta del presente; la potenza delle illusioni e della Gloria.»

ESTRATTI STAMPA

« Lo spettacolo più bello dell’anniversario va in scena al Gobetti di Torino, primo teatro dell’inno di Mameli… Una magia e un’autentica scoperta. Con la regia di Mario Martone, le Operette Morali di Giacomo Leopardi si rivelano forse il più grande e di sicuro il più moderno testo teatrale del nostro Ottocento.»
Curzio Maltese, la Repubblica, 18 marzo 2011

« Martone offre uno spettacolo di formidabile presa teatrale… Nell’adattamento delle Operette morali, firmato a quattro mani da lui stesso e da Ippolita di Majo, compie un’operazione che contiene evidenti meriti: esalta una lingua il cui suono può provocare brividi di piacere; scende dritta come un laser nel nucleo del pensiero morale leopardiano, il cui pessimismo sulla natura umana e sulle sue sorti annienta ogni barlume di ottimismo; estrae guizzi di teatralità genuina e in qualche tratto irresistibile da un dialogare tenuto sempre sulla corda alta della speculazione filosofica e dell’apologo etico.»

La Stampa, Osvaldo Guerrieri, 27 marzo 2011

Conversando di teatro

Sabato 29 marzo alle ore 17.00
In occasione delle repliche di Operette morali
la compagnia incontrerà il pubblico
presso il Ridotto del Teatro Storchi
Tutti gli incontri sono ad ingresso libero

Per informazioni:
AMICI DEI TEATRI MODENESI
059/211155
amici teatri@yahoo.it
www.amiciteatrimodenesi.it
EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE
059/2136020 – 2136051
formazione.cultura@emiliaromateatro.com
emiliaromagnateatro.com

Ingresso € 25 / 10,50

BIGLIETTERIA TELEFONICA
059 2136021 dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 13
BIGLIETTERIA TEATRO STORCHI
Largo Garibaldi, 15 – tel. 0592136021
Orari: martedì dalle ore 10 alle 14 e dalle 16.30 alle 19.00; dal mercoledì al venerdì dalle ore 10.00 alle 14.00; sabato dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 16.30 alle 19.00

VENDITA ONLINE
emiliaromagnateatro.com
vivaticket.it

GIACOMO
LEOPARDI
RECANATI
MARIO
MARTONE

Quella vita ch’è una cosa bella,
non è la vita che si conosce,
ma quella che non si conosce;
non la vita passata, ma la futura.
Coll’anno nuovo, il caso
incomincerà a trattar bene
voi e me e tutti gli altri,
e si principierà la vita felice.
Non è vero?
Speriamo.
[Giacomo Leopardi, Operette morali
Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un passeggere]

Prosegue fino a sabato 28 aprile al Teatro Persiani di Recanati l’ospitalità – iniziata il 26 aprile – delle Operette morali di Giacomo Leopardi nell’allestimento diretto da Mario Martone, uno degli artisti più sensibili del teatro e cinema italiano contemporaneo al quale è andato per questa regia il Premio Ubu 2011. Ultimo appuntamento in cartellone della stagione promossa dal Comune di Recanati e dall’AMAT e realizzata con il contributo di Regione Marche e Ministero per i Beni e le Attività Culturali, lo spettacolo è prodotto da Teatro Stabile di Torino ed è stato definito da Curzio Maltese su “la Repubblica” “il più bello dell’anniversario per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Una magia e un’autentica scoperta”. Dopo il debutto in prima nazionale al Teatro Gobetti di Torino il 22 marzo 2011, Operette morali è andato in scena al Teatro Argentina
di Roma e al Théâtre de la Ville di Parigi e per questa stagione arriva a Recanati in una tournée esclusiva che tocca poche città italiane: Torino, Napoli, Milano e Bologna.

Il viaggio di Mario Martone nell’800 italiano e nella sua antiretorica avrà come prossima tappa un film su GIACOMO LEOPARDI. Un approdo naturale che segue il pluripremiato affresco risorgimentale di Noi credevamo e l’adattamento teatrale delle Operette morali con cui Martone ha proposto di Leopardi uno sguardo ironico, vitale, straordinariamente contemporaneo. Ad annunciare il progetto  nel corso della conferenza stampa – alla presenza tra gli altri dell’Assessore alla Cultura della Regione Marche Pietro Marcolini,
del dirigente regionale Raimondo Orsetti, del Sindaco di Recanati Francesco Fiordomo e del direttore dell’AMAT Gilberto Santini, è stato lo stesso regista. Il film di Martone su Giacomo Leopardi, prodotto dalla Palomar di Carlo Degli Esposti, presente anche lui all’incontro, è attualmente in fase di sviluppo insieme a Rai Cinema. Palomar prevede l’inizio delle riprese nella seconda metà del 2013.

L’assessore regionale alla Cultura, Pietro Marcolini, nel ringraziare Mario Martone per il suo impegno artistico verso la figura e l’opera di Leopardi, ha posto l’accento sull’elemento di continuità nel nome del grande poeta
recanatese che lega questo progetto alle Marche. “Un filo conduttore unico – ha detto Marcolini – che parte dalla campagna promozionale regionale, dove i versi dell’Infinito fanno da sottofondo alle immagini del nostro territorio, passa per l’esperienza del progetto Leopardi Tolstoj, si snoda attraverso le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia e del bicentenario dell’apertura al pubblico della Biblioteca di Monaldo e sfocia in questo film su Leopardi oggi annunciato. È il cammino di un’avventura, che si arricchisce del contributo di un maestro del cinema nazionale e internazionale, che ci rende onore, e alla quale vogliamo continuare a partecipare”.

La presenza a Recanati di Mario Martone non si esaurisce con lo spettacolo. Sabato 28 aprile infatti verrà consegnato al regista (ore 18, Aula Magna del Comune) il settimo Premio Alessandrini promosso dal Comune di Recanati / Assessorato alle Culture e dal Circolo del Cinema Recanati con il patrocinio
della Regione Marche, della Provincia di Macerata e della RAI Radiotelevisione italiana. La consegna
sarà impreziosita da una conversazione con Mario Martone a cura di Gianfranco Capitta, critico teatrale e cinematografico de “Il Manifesto” e voce di Radio Tre Suite. La consegna del Premio sarà preceduta dalla presentazione del catalogo su Mario Martone che sarà distribuito gratuitamente ai presenti. Istituito nel 1998, anno del secondo centenario di Giacomo Leopardi, il Premio – che si svolge nell’ambito delle annuali celebrazioni della nascita di Giacomo Leopardi – è intitolato al recanatese Ludovico Alessandrini, uomo di grande
cultura, già direttore della Rivista del Cinematografo e produttore per la RAI di film per Olmi, Avati, Cavani, De Seta, Piavoli e molti altri grandi autori italiani. L’iniziativa vuole mettere in evidenza quella cinematografia d’autore che – prendendo a prestito le parole di Pier Paolo Pasolini- si caratterizza per “uno sguardo che afferra le immagini, le idee, i paesaggi per il tramite di folgorazioni di tipo lirico”. Recanati con questo premio vuole, di anno in anno, proclamare “poeti della cinepresa” quegli autori che, come Giacomo Leopardi nelle sue liriche, riescono a sintetizzare per immagini i sentimenti e le emozioni eterne dell’uomo.

Le Operette morali sono una raccolta di 24 componimenti in prosa, dialoghi e novelle, che Giacomo Leopardi scrisse tra il 1824 ed il 1832 e rappresentano una perfetta orchestrazione di toni sulla vita e sulla morte. In essi troviamo l’anima più profonda dell’autore. “L’idea di Mario Martone – scrive Ippolita di Majo, dramaturg dello spettacolo – di mettere in scena le Operette morali di Giacomo Leopardi, un testo fuori dal canone della letteratura teatrale, nasce dal serrato confronto con la cultura e con la storia d’Italia del XIX secolo che lo
ha impegnato negli ultimi anni di lavoro in campo cinematografico. A monte sta l’urgenza, artistica e civile, di riandare alle origini della scrittura teatrale nazionale per interrogarsi sui suoi potenziali e i suoi limiti: da Alfieri a Manzoni, appunto a Leopardi. In questo contesto le Operette morali offrono spunti di straordinaria efficacia e forza espressiva. L’idea di scrivere dei “dialoghetti satirici alla maniera di Luciano” nasce nel giovane Leopardi dal problema insoluto con la ‘drammatica’, ovvero con la scrittura teatrale tradizionalmente intesa. La forma dialogica consente inoltre a Leopardi una vertiginosa frammentazione dei punti di vista e in quasi tutti i personaggi, che si susseguono come in un arsenale delle apparizioni, si riflette il suo versatile e molteplice ingegno, la potenza creativa delle contraddizioni che animano il suo pensiero e danno corpo alla sua folgorante ironia. Si tratta di un testo che non si può definire teatrale in senso classico, ma che è stato pensato come una
commedia, in una lingua e con una struttura così vive e moderne da far saltare i riferimenti drammaturgici del secolo in cui è stato scritto per approdare a una profonda consonanza con esperienze fondamentali del teatro del Novecento. Con la messa in scena di Operette morali Martone riprende il filo del suo ultimo spettacolo L’opera segreta in cui la parte finale era dedicata al soggiorno napoletano di Leopardi. Il progetto è quello di affrontare il testo nel suo insieme, operando dei tagli all’interno, ma preservandone la struttura complessiva.”

Protagonisti dello spettacolo sono (in ordine alfabetico): Renato Carpentieri, Marco Cavicchioli, Roberto De Francesco, Paolo Graziosi, Giovanni Ludeno, Paolo Musio, Totò Onnis, Franca Penone, Barbara Valmorin. Le scene sono di Mimmo Paladino, i costumi di Ursula Patzak, le luci di Pasquale Mari, i suoni
di Hubert Westkemper. La musica del Coro dei morti per il Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie è di Giorgio Battistelli (Casa Ricordi – Milano) eseguita dal Coro del Teatro di San Carlo diretto da Salvatore Caputo.
Info e biglietti: Teatro Persiani (tel. 071 7579445), AMAT (tel. 071 2072439). Inizio spettacolo ore 21.

FONDAZIONE DEL TEATRO STABILE DI TORINO

Stagione 2011/12

OPERETTE MORALI

di Giacomo Leopardi

con (in ordine alfabetico):

Renato Carpentieri, Marco Cavicchioli, Roberto De Francesco, Paolo Graziosi,

Giovanni Ludeno, Paolo Musio, Totò Onnis, Franca Penone, Barbara Valmorin

adattamento e regia Mario Martone

dramaturg Ippolita di Majo

scene Mimmo Paladino

costumi Ursula Patzak

luci Pasquale Mari

suoni Hubert Westkemper

la musica del Coro dei morti per il Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie è di Giorgio Battistelli (Casa Ricordi – Milano)

eseguita dal Coro del Teatro di San Carlo diretto da Salvatore Caputo

aiuto regia Paola Rota

scenografo collaboratore Nicolas Bovey

Fondazione del Teatro Stabile di Torino

Premio UBU 2011 per la Regia

Premio La Ginestra 2011

LE DATE DELLA TOURNÉE – Edizione 2012

Torino Cavallerizza Reale Maneggio 16 – 24 aprile

Recanati Teatro Persiani 26 – 28 aprile

Napoli Versione per l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Palazzo Serra di Cassano (sala grande) 2 – 5 maggio

Milano Teatro Franco Parenti 8 – 13 maggio

Bologna Teatri di Vita (Sala Pasolini) 15 – 16 maggio

Le Operette morali sono una raccolta di ventiquattro componimenti in prosa, dialoghi e novelle, che Giacomo

Leopardi scrisse tra il 1824 ed il 1832.

In essi troviamo l’anima più profonda dell’autore: il rapporto dell’uomo con la storia, con i suoi simili e in particolare con la Natura; il raffronto tra i valori del passato e la situazione statica e decaduta del presente; la potenza delle illusioni e della gloria. I temi affrontati sono fondamentali, primari: la ricerca della felicità e il peso dell’infelicità, la natura matrigna, la vita che è dolore, noia. In questo panorama di atmosfere astratte e glaciali la ragione si distingue come unico strumento per sfuggire alla disperazione.

Le Operette rappresentano una perfetta orchestrazione di toni sulla vita e sulla morte: nella visione leopardiana, l’uomo si muove all’interno di una natura cieca, dalla quale non può ottenere nulla. Sprezzante verso l’idea di progresso, scientifico e spirituale, il poeta irride le conquiste dell’umanità come pure finzioni, chimere di un progresso senza costrutto. Cosa rimane dunque all’uomo?

«L’idea di Mario Martone – scrive Ippolita di Majo, dramaturg dello spettacolo – di mettere in scena le Operette morali di Giacomo Leopardi, un testo fuori dal canone della letteratura teatrale, nasce dal serrato confronto con la cultura e con la storia d’Italia del XIX secolo che lo ha impegnato negli ultimi anni di lavoro in campo cinematografico. A monte sta l’urgenza, artistica e civile, di riandare alle origini della scrittura teatrale nazionale per interrogarsi sui suoi potenziali e i suoi limiti: da Alfieri a Manzoni, appunto a Leopardi. L’intera stagione del centocinquantenario dell’Unità d’Italia, al Teatro Stabile di Torino, è stata costruita d’altra parte secondo questo disegno, come una sorta di viaggio ideale nella storia della nostra scrittura scenica, con la volontà di ragionare su alcuni emblematici testi fondanti dell’identità culturale unitaria.

In questo contesto le Operette morali offrono spunti di straordinaria efficacia e forza espressiva. L’idea di scrivere dei “dialoghetti satirici alla maniera di Luciano” nasce nel giovane Leopardi dal problema insoluto con la ‘drammatica’, ovvero con la scrittura teatrale tradizionalmente intesa: “io che non mi posso adattare alle cerimonie non mi adatto anche a quell’uso; e scrivo in lingua moderna”, fa dire infatti con orgoglio a Eleandro nel Dialogo di Timandro e di Eleandro. E ancora: “Ne’ miei dialoghi, io cercherò di portare la commedia a quello che finora è stato proprio della tragedia cioè i vizi dei grandi, i principî fondamentali della calamità e della miseria umana, gli assurdi della politica, le sconvenienze appartenenti alla morale universale e alla filosofia, l’andamento e lo spirito generale del secolo, la somma delle cose, della società, della civiltà presente, le disgrazie, le rivoluzioni e le condizioni del mondo, i vizi e le infamie…”.

La forma dialogica consente inoltre a Leopardi una vertiginosa frammentazione dei punti di vista, e in quasi tutti i personaggi, che si susseguono come in un arsenale delle apparizioni, si riflette il suo versatile e molteplice ingegno, la potenza creativa delle contraddizioni che animano il suo pensiero e danno corpo alla sua folgorante ironia.

Si tratta di un testo che non si può definire teatrale in senso classico, ma che è stato pensato come una commedia, in una lingua e con una struttura così vive e moderne da far saltare i riferimenti drammaturgici del secolo in cui è stato scritto per approdare a una profonda consonanza con esperienze fondamentali del teatro del Novecento.

Con la messa in scena di Operette morali Mario Martone riprende il filo del suo ultimo spettacolo L’opera segreta (messo in scena al Teatro Mercadante di Napoli, nel dicembre del 2004), in cui la parte finale era dedicata al lungo soggiorno napoletano di Leopardi. Il progetto è quello di affrontare il testo nel suo insieme, operando dei tagli all’interno, ma preservandone la struttura complessiva: il rapporto dell’uomo con la storia, con i suoi simili e in particolare con la Natura; il raffronto tra i valori del passato e la situazione statica e decaduta del presente; la potenza delle illusioni e della Gloria. Lo spettacolo ha debuttato lo scorso anno nello spazio raccolto della sala ottocentesca del Teatro Gobetti di Torino, dove, in una sorta di forma assembleare, hanno preso vita come in una visione magmatica e indefinita, gli dèi, gli spiriti e gli uomini che abitano la scena “arcana e stupenda”, ma anche irresistibilmente comica delle Operette morali».

Lo spettacolo ha debuttato in prima nazionale al Teatro Gobetti di Torino, il 22 marzo 2011, poi è andato in scena al Teatro Argentina di Roma e al Théâtre de la Ville di Parigi.

Il 10 dicembre 2007 Mario Martone viene nominato Direttore della Fondazione del Teatro Stabile di Torino.

Mario Martone ha cominciato a lavorare a Napoli nel 1977, nel clima delle avanguardie di quel periodo, fondando il gruppo “Falso Movimento” e realizzando spettacoli che fondevano gli elementi del teatro, del cinema, della musica e delle arti visive come Tango Glaciale (’82), Il desiderio preso per la coda da Picasso (’85), Ritorno ad Alphaville da Godard (’86), tutti destinati a lunghe tournée internazionali. Dieci anni dopo ha dato vita a “Teatri Uniti”, una compagnia tesa all’incontro tra gli artisti napoletani della nuova generazione, con cui ha realizzato anche i suoi film da indipendente. Il suo primo lungometraggio, Morte di un matematico napoletano, ha vinto il Gran Premio della Giuria a Venezia nel ’92. L’amore molesto (’95), Teatro di guerra (’98) e L’odore del sangue (‘03) sono stati tutti presentati a Cannes. Ha realizzato numerosi documentari e cortometraggi e ha filmato alcuni lavori teatrali tra cui lo spettacolo-manifesto di “Teatri Uniti” Rasoi, su testi di Enzo Moscato. Tra le sue regie: Filottete di Sofocle (’87), Riccardo II di Shakespeare (’93), Terremoto con madre e figlia di Fabrizia Ramondino (’94), I sette contro Tebe di Eschilo (’96), Edipo Re (2000) e Edipo a Colono (’04) di Sofocle, I dieci comandamenti di Raffaele Viviani (2000), L’opera segreta di Enzo Moscato (2005), Falstaff, un laboratorio napoletano da Shakespeare (2007) e, nel repertorio lirico, l’intera trilogia Mozart-Da Ponte al San Carlo di Napoli (da Così fan tutte ripreso anche a Ferrara nel 2000 e 2004 con Claudio Abbado, al Don Giovanni nel 2002, a Nozze di Figaro nel 2006), Lulu di Berg a Palermo (2001), Matilde di Shabran e Torvaldo e Dorliska di Rossini al ROF di Pesaro (2004-2006), Un ballo in maschera di Verdi con Antonio Pappano a Londra (2005), Antigone di Ivan Fedele al Maggio Musicale di Firenze (2007), Falstaff di Verdi a Parigi (2008), Otello di Verdi a Tokyo (2009). Ha ricevuto numerosi premi nei suoi diversi ambiti di lavoro, dai due David di Donatello per il cinema ai Premi della critica teatrale, dal premio Abbiati per l’opera lirica al premio Ubu per il suo impegno nel rinnovamento del Teatro di Roma, istituzione che ha diretto tra il ’99 e il 2000 e dove ha compiuto un lavoro di radicale cambiamento della programmazione, aprendo alle altre arti e alle nuove espressioni sceniche e fondando un teatro, l’India, ricavato da una vecchia fabbrica in disuso sul Lungotevere. Successivamente ha contribuito all’evoluzione del Mercadante come Teatro Stabile di Napoli, facendo parte per tre anni del suo comitato artistico; in questa veste ha realizzato il progetto Petrolio dal romanzo di Pier Paolo Pasolini (2004).

Nel novembre 2007 viene insignito del premio “Set Torino Piemonte” dalla Film Commission di Torino.

Nel 2010 ha presentato al Festival di Venezia il suo film Noi credevamo.

Nel maggio 2011 Noi credevamo ha vinto il David di Donatello come miglior film.

La pellicola ha vinto altri 6 David 2011 per la migliore sceneggiatura, il miglior direttore della fotografia, il miglior scenografo, il miglior truccatore, la migliore costumista, il miglior acconciatore.

Nella Stagione teatrale 2010/2011 Mario Martone ha curato la regia dello spettacolo Operette morali di Giacomo Leopardi, prodotto dal Teatro Stabile di Torino.

OPERETTE MORALI
estratti dalla rassegna stampa

LA REPUBBLICA/Curzio Maltese [18 marzo 2011]
“Operette Morali”
Lo spettacolo più bello dell’anniversario va in scena al Gobetti di Torino, primo teatro dell’inno di Mameli… Una magia e un’autentica scoperta. Con la regia di Mario Martone, le Operette Morali di Giacomo Leopardi si rivelano forse il più grande e di sicuro il più moderno testo teatrale del nostro Ottocento.

LA STAMPA/Osvaldo Guerrieri [27 marzo 2011]
“Questo Leopardi dà brividi di piacere”
Martone offre uno spettacolo di formidabile presa teatrale… Nell’adattamento delle Operette morali, firmato a quattro mani da lui stesso e da Ippolita di Majo, compie un’operazione che contiene evidenti meriti: esalta una lingua il cui suono può provocare brividi di piacere; scende dritta come un laser nel nucleo del pensiero morale leopardiano, il cui pessimismo sulla natura umana e sulle sue sorti annienta ogni barlume di ottimismo; estrae guizzi di teatralità genuina e in qualche tratto irresistibile da un dialogare tenuto sempre sulla corda alta della speculazione filosofica e dell’apologo etico.

NEUE ZÜRCHER ZEITUNG/ Christine Wolter [19 aprile 2011]
“Amaro pessimismo e genio scintillante”
Esiste davvero? Una serata a teatro che ci si augura non finisca mai? Il miracolo lo hanno fatto un autore non ancora trentenne e con lui il direttore del Teatro Stabile di Torino e regista Mario Martone, oltre a nove fantastici attori che interpretano quaranta ruoli e l’affascinante scenografia dell’artista Mimmo Paladino. Lo spettacolo si chiama Operette Morali, l’autore Giacomo Leopardi (1798-1837).

IL MANIFESTO/Gianfranco Capitta [27 marzo 2011]
“La memoria straziante e attuale di Leopardi”
Ed è una compagnia davvero straordinaria di eccellenze di generazioni diverse quella che si muove e dà fisicità alle parole leopardiane… Continuamente sorgono dei picchi di intensità, in uno spettacolo che senza rinunciare
alla propria complessità, si stende come un flusso ambientale grazie al lavoro drammaturgico di Ippolita di Majo, alle sonorità elaborate da Hubert Westkemper e alle luci magiche di Pasquale Mari. Leopardi con Martone
si fa cinema, capace di coinvolgere senza scampo lo spettatore, dilatando la scrittura in immagini e sculture maestose, ma restringendo il campo continuamente per lambirne le sensazioni più private.

L’UNITÁ/Maria Grazia Gregori [24 marzo 2011]
“Martone e le Operette di Leopardi: partitura sull’etica di un popolo”
L’anniversario dell’Unità d’Italia celebrato anche a teatro con le Operette Morali, trasformate da Martone in un affresco impietoso sulla cultura del Belpaese e dei suoi abitanti così come li ritrae il poeta di Recanati. L’Italia
ha 150 anni anche in teatro. Allo Stabile torinese, che ha dedicato alla ricorrenza l’intero cartellone, questa volta è di scena Mario Martone: il suo primo spettacolo da quando ne è il direttore. Un debutto per molti aspetti
speciale vista anche la scelta di un testo non esplicitamente pensato per il teatro: le argute, pessimistiche, spiazzanti Operette Morali di Giacomo Leopardi in scena al Teatro Gobetti di cui è stato spettatore a una prova
generale fatta per lui, il Presidente della Repubblica Napolitano che alla fine, insieme alla Presidente Christillin, a Martone, agli attori, ai tecnici, ai dipendenti dello Stabile e a tutti i presenti ha intonato l’inno di Mameli: per
la prima volta, 150 anni fa, eseguito proprio al Gobetti….
È qui che Martone, con una regia esemplare che ha scelto l’essenzialità nella drammaturgia (collaborazione di Ippolita di Majo) e nella recitazione, ci conduce: un viaggio da visionari, con i piedi per terra, però. Il montaggio
è veloce, spesso in scena coesistono momenti diversi, grazie a tagli improvvisi e a spiazzanti suggestioni perché quello che vediamo ci riguarda: non esiste futuro senza memoria .

DELLA DIREZIONE DEL PREMIO

A Recanati un fine aprile tutto dedicato all’opera di Mario Martone.
Oltre alla presentazione delle sue Operette morali il 26, 27 e 28 aprile presso il Teatro Persiani, inizierà dal 19 aprile la settima edizione degli Incontri con il Cinema di Poesia, con l’assegnazione del Premio Ludovico Alessandrini al regista Martone.
Istituito nel 1998, anno del secondo centenario di Giacomo Leopardi, il premio è intitolato al recanatese Ludovico Alessandrini, uomo di grande cultura, già direttore della Rivista del Cinematografo e produttore per la RAI di film per Olmi, Avati, Cavani, De Seta, Piavoli e molti altri grandi autori italiani.
L’iniziativa, che ha il patrocinio della RAI, della Regione Marche e della Provincia di Macerata, vuole mettere in evidenza quella cinematografia d’autore che – prendendo a prestito le parole di Pier Paolo Pasolini – si
caratterizza per “uno sguardo che afferra le immagini, le idee, i paesaggi per il tramite di folgorazioni di tipo lirico”. Quella cinematografia spesso “povera” e di “provincia”: una provincia italiana, oppure una delle tante zone periferiche del mondo che si stanno affacciando sulla scena cinematografica internazionale.
Recanati con questo premio vuole, di anno in anno, proclamare “poeti della cinepresa” quegli autori che, come Giacomo Leopardi nelle sue liriche, riescono a sintetizzare per immagini i sentimenti e le emozioni eterne
dell’uomo.
Dal 19 al 28 aprile si svolgono, per le scuole e per il pubblico, una serie di proiezioni dei film di Mario Martone che si concluderanno sabato 28 nell’Aula Magna del Comune con due incontri: il mattino con gli studenti e gli insegnanti di Retecinema, mentre il pomeriggio il critico teatrale e cinematografico de “Il Manifesto” e già voce di Radio Tre Suite, Gianfranco Capitta, intervisterà il regista.
La manifestazione si concluderà con la presentazione del catalogo a quattro colori sulla figura e sull’opera di Mario Martone e con la consegna del Premio Ludovico Alessandrini al regista.

PRESENTAZIONE DEL PREMIO

Il Premio Ludovico Alessandrini per il cinema di poesia fa parte di un progetto più vasto: Lo schermo oltre la siepe – Incontri con il Cinema di Poesia che richiamano sia l’”infinito” leopardiano che il film di Robert Mulligan
del 1962.
Istituito nel 1998, anno del secondo centenario di Giacomo Leopardi, il premio è intitolato al recanatese Ludovico Alessandrini, uomo di grande cultura, già direttore della Rivista del Cinematografo e produttore per la RAI di film per Olmi, Avati, Cavani, De Seta, Piavoli e molti altri grandi autori italiani.
L’iniziativa, che ha il patrocinio della RAI, della Regione Marche e della Provincia di Macerata, vuole mettere in evidenza quella cinematografia d’autore che – prendendo a prestito le parole di Pier Paolo Pasolini- si
caratterizza per “uno sguardo che afferra le immagini, le idee, i paesaggi per il tramite di folgorazioni di tipo lirico”. Quella cinematografia spesso “povera” e di “provincia”: una provincia italiana, oppure una delle tante zone periferiche del mondo che si stanno affacciando sulla scena cinematografica internazionale.
Recanati con questo premio vuole, di anno in anno, proclamare “poeti della cinepresa” quegli autori che, come Giacomo Leopardi nelle sue liriche, riescono a sintetizzare per immagini i sentimenti e le emozioni eterne
dell’uomo.
Il premio è promosso dal Comune di Recanati e dal locale Circolo del Cinema si svolge nell’ambito delle annuali celebrazioni della nascita di Giacomo Leopardi.
Il Comitato che assegna il Premio è formato dall’Assessore alla Cultura del Comune di Recanati, dal Presidente del Circolo del Cinema Recanati, da un rappresentante della famiglia Alessandrini e si avvale sin dalla nascita del sostegno di RAI CINEMA.
Nella sei edizioni precedenti, i registi premiati sono stati: Franco Piavoli (‘98), Rachid Benadhj (‘99), Abbas Kiarostami (2000), Carlo Mazzacurati (2001) e Giuseppe Piccioni (2002) e dopo una lunga sospensione , nel 2010 Francesca Archibugi.
Il premio si svolge in genere in una settimana di autunno(spostato quest’anno ad aprile).