Pippo Delbono e Orchidee a Bologna e Ravenna
Pippo Delbono alla Prosa con il suo capolavoro “Orchidee”
Il lutto è una dimensione privata. Si preferisce non parlare del dolore per dimenticarlo. Il regista Pippo Delbono mette in scena la perdita di sua madre. La morte di chi ci ha dato la vita diventa un atto poetico e le parole di Delbono si impastano con quelle di Medea, con quelle di Shakespeare e di Checov. Dopo il clamoroso successo avuto da Delbono nei teatri di tutta Europa l’attore e regista ligure arriva alla Stagione di Prosa di Ravenna con lo spettacolo “Orchidee” martedì 31 marzo e mercoledì 1 aprile alle 21.
In Orchidee si vede il tentativo di rispondere con le parole della poesia alla violenza della vita. La voce e il corpo dell’attore conducono attraverso un’esperienza dura, arrivando a proporre al pubblico le immagini girate con il cellulare della madre morente. Delbono mescola il proprio privato più intimo con i versi dei padri nobili del teatro e la musica di Enzo Avitabile, cercando di spogliare la verità di ogni patina di finzione. In un’epoca, come la nostra, in cui reale e virtuale tendono a confondersi continuamente, l’artista propone l’icona dell’orchidea, fiore “malvagio”, perché “non riconosci quello che è vero da quello che è finto”. Di qui l’abolizione del testo scritto e il superamento dell’attore che “dice” la parte, alla ricerca di un teatro fatto soprattutto di corpi e di sensi. Delbono usa il corpo come linguaggio principale, fin dal Tempo degli assassini (1987), lo spettacolo con cui si è imposto sulle scene internazionali, ma poi soprattutto grazie al contatto con il teatro orientale e il Wuppertaler Tanztheater di Pina Bausch con cui ha lavorato a New York. Delbono ha poi lavorato sia in ambito teatrale, tra gli altri con Iben Nagel Rasmussen della storica compagnia danese Odin Teatret, sia cinematografico con Valeria Bruni Tedeschi e Yolande Moreau. Le sue produzioni hanno sostato in varie parti del modo ricevendo due Premi Ubu per le opere teatrali e un David di Donatello come miglior documentario.
In Orchidee Delbono condensa il senso della fine, la delusione di Amleto per le cose che non si possono cambiare, la visione di un orrore quotidiano catturato da una foto di cellulare in un continuo entrare e uscire tra teatro e vita, realtà e invenzione, messi in scena da uno degli artisti più interessanti del teatro contemporaneo. La critica ha descritto Orchidee come uno degli spettacoli più perfetti di Delbono dal punto di vista formale, dove immagine e parola, gestualità, musica e impianto scenico costituiscono un insieme dal grande impatto emotivo. Il titolo Orchidee viene da un racconto fatto a Delbono da una anziana donna. Se si mettono accanto una all’altra due orchidee, una vera e una finta, guardandole non si riesce a distinguerle, è necessario avvicinarsi e toccarle, solo così si può capire quale è vera. L’intendo di Delbono è proprio quello di far toccare allo spettatore finzione e realtà.
Per approfondire le tematiche trattate nello spettacolo mercoledì 1 aprile si terrà l’incontro con la Compagnia e il docente del Dams Massimo Marino alla Sala Corelli del Teatro Alighieri alle 17.30.
20, 21, 22, 23 novembre, Arena del Sole, Sala Grande, ore 21
ORCHIDEE
uno spettacolo di Pippo Delbono
con Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Bobò, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Julia Morawietz, Gianni Parenti, Pepe Robledo, Grazia Spinella
immagini Pippo Delbono musiche Enzo Avitabile luci Robert John Resteghini
una produzione
Emilia Romagna Teatro Fondazione, Arena del Sole – Teatro Stabile di Bologna,
Teatro di Roma, Théâtre du Rond-Point, Paris,
Maison de la Culture d’Amiens – Centre de Création et de Production
Pepe e GianlucaL’Arena del Sole è tra i coproduttori di Orchidee – in scena da mercoledì 20 novembre –, il nuovo spettacolo di Pippo Delbono, regista, attore e autore, spirito libero della scena internazionale, che da sempre ama rompere le barriere.
Dopo aver lavorato quest’ultimo anno per il cinema con registi del calibro di Bernardo Bertolucci, Peter Greenaway e Marco Risi, dopo aver diretto Cavalleria Rusticana di Mascagni per il Teatro San Carlo di Napoli ed essere stato invitato dal Residenztheater di Monaco di Baviera per la creazione di un lavoro con gli attori del teatro stabile tedesco, in Orchidee Delbono, come un “terrorista della cultura”, invita lo spettatore a un viaggio nello spazio teatrale che rende omaggio ai vivi e alla verità delle cose, trascinando nella sua danza imprevedibile i fantasmi del cinema e guidando i propri attori attraverso gli specchi.
Come riassunto dai fiori esotici del titolo, delicati, eleganti e suggestivi, che sovente abbelliscono i salotti delle case borghesi in esemplari artificiali, l’artista mette in scena il falso di fronte al vero, oppone i codici della finzione cinematografica all’arte dello spettacolo dal vivo, alla verità dell’azione teatrale rappresentata. Inventore di immagini forti, spazi, ritmi, Delbono ricostruisce e ricrea il mondo in chiave fantasmagorica, come rappresentazione fatta di scandali, folgori, visioni, colori, voci, scoppi, le sue meraviglie, le violenze, i corsi e ricorsi della storia. Restituisce, in momenti di rara intensità, frammenti del nostro mondo, frammenti della sua biografia, frammenti delle vite degli spettatori e denuncia, alla sua maniera, le feroci ipocrisie del nostro tempo.
Ad accompagnarlo sulla scena c’è la sua compagnia di sempre, la sua “compagniafamiglia”, le sue creature, la sua banda di illuminati, omogenea nella sua disomogeneità: cantori, danzatori, attori di altri mondi che insieme inventano una celebrazione delle forze della vita per un teatro necessario.
Un viaggio in cui la musica gioca un ruolo di primo piano facendosi elemento drammaturgico: un tappeto sonoro che, pur presentando importanti tasselli musicali firmati da autori come Miles Davis, Philip Glass, Joan Baez, Nino Rota, Gruppo Italiano e Pietro Mascagni, trova il suo protagonista in Enzo Avitabile, musicista recentemente al centro del documentario a lui dedicato Enzo Avitabile Music Life, firmato dal regista Jonathan Demme.
Info biglietteria: tel. 051.2910.910 – arenadelsole.it Prezzi: da € 7,00 a € 23,00
Prossimi appuntamenti:
il 19 novembre, in Sala Grande, Stefano Benni legge le traduzioni di Gianni Celati, ingresso libero
dal 28 novembre al 1 dicembre, in Sala Grande, The Country, con Laura Morante e Gigio Alberti
fino al 21 novembre, al Teatro delle Moline, La classe, regia Nanni Garella
Dall’8 al 20 ottobre al Teatro Strehler e al Teatro Studio Melato
Pippo Delbono al Piccolo
Due spettacoli: Orchidee (in prima nazionale) e Racconti di giugno
Tre film alla Scatola Magica: Guerra, Grido, Amore Carne.
Pippo Delbono si racconta: il 10 ottobre incontro con il pubblico
Attore, regista di teatro e cinema, scrittore e danzatore, Pippo Delbono è al Piccolo dall’8 al 20 ottobre prossimi con due spettacoli – Orchidee e Racconti di giugno – tre film e un incontro con il pubblico nel Chiostro Nina Vinchi.
“Orchidee e Racconti di giugno”, spiega Delbono, “sono diversi punti di vista da cui osservo una medesima realtà, la nostra, un tempo in cui tutto è diventato uguale, piatto, uniforme, uno strato di fango, in politica come nei sentimenti, nella società come nel salotto di casa. Il teatro, per me, rappresenta l’alternativa. È la via all’essenza delle cose.
Restituisce alla realtà le sue diversità e le sue sfaccettature: amore e desiderio, dolore per la perdita delle persone care, paura di una malattia cronica, ma anche la gioia che scaturisce dall’incontro con chi ci è vicino per istintiva affinità”.
Lottare per distinguere il vero dal falso è l’ispirazione di Orchidee, al Piccolo Teatro Strehler in prima nazionale dall’8 al 17 ottobre: cercare la bellezza dove essa si nasconde, nelle pieghe della disperazione, nell’arte, nelle parole di Pasolini, nell’imprescindibile Shakespeare, nella magia del gesto di Pina Bausch e dei suoi danzatori: perché, diceva Anaïs Nin, “siamo artisti per creare un mondo in cui poter vivere”.
La bellezza elegante e selvaggia del fiore è anche l’arma della poesia di fronte al dolore del lutto e di una perdita che sarà “per sempre”.
Racconti di giugno, al Teatro Studio Melato dal 18 al 20 ottobre, autobiografia per la scena, ricostruisce “il filo rosso degli invaghimenti, la coscienza di una bellezza senza confini nelle storie, l’ardore non solo etico nelle scene della vita e nelle scene del teatro, l’estasi delle cose che ti perdono e che gli altri non ti perdonano, quel qualcosa di se stesso mai detto forse perché mai chiesto”.
LA SCHEDA DEGLI SPETTACOLI
Piccolo Teatro Strehler (largo Greppi 2 – M2 Lanza), dall’8 al 17 ottobre 2013
Compagnia Pippo Delbono
Orchidee
uno spettacolo di Pippo Delbono
con Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Bobò, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Julia Morawietz, Gianni Parenti, Pepe Robledo, Grazia Spinella immagini e film Pippo Delbono, musiche Enzo Avitabile, luci Robert John Resteghini direzione tecnica Fabio Sajiz, suono Corrado Mazzone, luci e video Orlando Bolognesi, capo macchinista Gianluca Bolla, elaborazione costumi Elena Giampaoli produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione e con Teatro di Roma, Nuova Scena-Arena del Sole-Teatro Stabile di Bologna, Théâtre du Rond Point-Parigi, Maison de la Culture d’Amiens-Centre de Création et de Production si ringrazia Cinémathèque suisse
Orari: martedì e sabato ore 19.30; mercoledì, giovedì e venerdì ore 20.30; domenica ore 16.00. Lunedì riposo
Durata: un’ora e 55 minuti senza intervallo
Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro. Biglietti in promozione su piccoloteatro.org:
acquistando un biglietto per Orchidee, il tagliando per Racconti di giugno è al prezzo speciale di €10
Pippo Delbono sta vivendo uno dei periodi più creativi e fecondi della sua vita artistica: come attore ha lavorato in pellicole di registi come Bernardo Bertolucci, Peter Greenaway, Marco Risi e Yolande Moreau, come regista ha diretto Cavalleria Rusticana di Mascagni per il Teatro San Carlo di Napoli e ha diretto gli attori del Residenztheater di Monaco di Baviera nello spettacolo Erpressung (Il ricatto), ottenendo per entrambi i lavori ottime critiche dalla stampa internazionale. Contemporaneamente ha portato in tournée i suoi lavori più recenti: Dopo la battaglia, e l’autobiografico Racconti di giugno che ripropone da anni con immutato successo in tutto il mondo.
Orchidee sebbene possa apparire insolito se confrontato con i titoli del suo repertorio – rappresenta un fiore esotico e delicato, elegante e suggestivo che sovente abbellisce i salotti delle case borghesi in esemplari artificiali e questo fiore riassume il senso del viaggio che Delbono ha intrapreso insieme alla sua compagnia di sempre: omogenea nella sua disomogeneità, ricca di personalità eccentriche, in alcuni casi incontrate da Delbono in situazioni di reale emarginazione sociale.
In Orchidee Pippo Delbono mescola tutte le dimensioni dello spazio teatrale. Primi piani, visioni d’insieme, a terra, volumi. Trascina nella sua danza imprevedibile i fantasmi del cinema, guida i suoi attori attraverso gli specchi. Omaggi alle immagini. Nel suo nuovo spettacolo, Delbono mette in scena il
falso di fronte al vero, oppone i codici della finzione cinematografica all’arte dello spettacolo dal vivo, alla verità dell’azione teatrale in scena. A Pippo Delbono piace rompere le barriere. Vuole invitare, come un “terrorista della cultura” a una festa che infiamma, rendere omaggio ai vivi e alla verità delle cose, alla bellezza luminosa degli esseri sempre in preda alla luce oscura della luna.
Inventore di immagini forti, spazi, ritmi, Delbono compone e dirige la sua compagnia, la sua famiglia per ricostruire il mondo. Nei suoi spettacoli, scandali, folgori, visioni. Colori, voci, scoppi. Il mondo come rappresentazione, le sue meraviglie, le violenze, i corsi e ricorsi della storia. Enfant terrible, spirito libero della scena internazionale, Delbono crea dei mondi fantasmagorici. Si impossessa della scena con la sua compagnia, le sue creature, la sua banda di illuminati. Due personalità singolari: Bobò e Gianluca, persone in carne ed ossa che Delbono accompagna sul palcoscenico. Cantori, attori di un mondo di emarginazione che insieme inventano una celebrazione delle forze della vita per un teatro vitale, tanto più se, come in questo caso, si parla di cinema.
Uno spettacolo che evoca episodi di vita vissuta diventandone una sorta di sintesi, aprendo le porte agli spettatori che Delbono sa, come pochi altri, dividere ed emozionare.
Piccolo Teatro Studio Melato (via Rivoli 6 – M2 Lanza), dal 18 al 20 ottobre 2013
Racconti di giugno
di e con Pippo Delbono, suono Pepe Robledo
produzione Compagnia Pippo Delbono
Orari: venerdì ore 20.30; sabato ore 19.30; domenica ore 16.00. Durata: un’ora e 20 minuti senza intervallo Prezzi: platea 25 euro, balconata 22 euro. Biglietti in promozione su piccoloteatro.org:
acquistando un biglietto per Orchidee, il tagliando per Racconti di giugno è al prezzo speciale di €10
Informazioni e prenotazioni 848800304
“Una sorta di diario di bordo, un’introspezione sul senso nascosto delle relazioni, sul lato dei desideri non espressi ma mostrati, sulla curiosità per gli altri, il filo rosso degli invaghimenti, la coscienza di una bellezza senza confini nelle storie, l’ardore non solo etico nelle scene della vita e nelle scene del teatro, l’estasi delle cose che ti perdono e che gli altri non ti perdonano, quel qualcosa di se stesso mai detto forse perché mai chiesto. Le coincidenze (tante) del mese di giugno, il mese in cui sono nato.
Un attore-autore si confessa senza reticenze e con pudore in una dinamica di cronache e lampi della memoria, zigzagando tra le avventure della vita scenica e vissuta.”
Pippo Delbono
Il cinema di Pippo Delbono al Piccolo
Piccolo Teatro Strehler/Scatola Magica, sabato 12 ottobre ore 17.30
Guerra
Artisti in viaggio in una terra di conflitti.
Pippo Delbono racconta in un film la tournée della sua compagnia tra Israele e Palestina.
“Io non voglio capire, prendere posizione,” spiega Delbono “la guerra è un luogo dell’animo umano buio,
contorto. Spesso è molto difficile definire i buoni e i cattivi, i giusti e gli ingiusti, spesso è più facile con
l’occhio della poesia avvicinare una verità più profonda”.
Guerra, prodotto da (h)films di Milano, è il film-documentario con cui Delbono, vincitore nel 2003 del
Premio Olimpico del Teatro per la sezione Innovazione, esordisce nel cinema.
Nel gennaio 2003, la sua compagnia teatrale ha attraversato Israele e Palestina per mettere in scena la
pièce Guerra: un progetto teatrale e culturale da cui l’artista ha tratto ispirazione per realizzare un film su
ciò che è accaduto nei teatri e nelle città, sulla scena e nella vita reale. Una storia non lineare che non ha
veri e propri personaggi: nello spazio spoglio di un palcoscenico o nelle strade affollate della città vecchia
di Gerusalemme si vive – attraverso le azioni fisiche, i gesti degli attori e della gente, le parole e la musica
– “una guerra interiore che è poi la guerra del mondo”.
Tra appunti di viaggio, emozioni e sguardi, il film racconta storie che attraversano i confini, storie “atroci
e allegre, semplici e piene di poesia”, sottolineando l’alta funzione civile del teatro e dell’arte.
Nel cast tecnico, il direttore della fotografia Paolo Santolini e il montatore Marco Spoletini.
Piccolo Teatro Strehler/Scatola Magica, domenica 13 ottobre ore 19
Grido
Pippo e Bobò in fuga verso la vita.
Un uomo spezza le catene di un’educazione borghese cattolica e scopre l’amore proibito, l’alcol, il sesso,
la droga. Sperimenta la caduta, la malattia, la follia.
“Questo film” spiega Delbono “nasce dalla necessità di raccontare un’esperienza che mi ha trapassato la
vita. La storia era presente lì, come le persone: vive”.
Piccolo Teatro Strehler/Scatola Magica, sabato 19 ottobre ore 17.30
Amore carne
Un film girato con il telefonino.
Da Parigi a Birkenau, da Budapest a L’Aquila, Pippo Delbono va in cerca “delle linee segrete che
uniscono le cose che non capiamo”.
“Un viaggio che ho fatto portando con me un telefonino e una piccola camera, mezzi leggeri che mi
hanno permesso di guardare e di essere guardato”.
Nel corso dei viaggi, la piccola camera o il telefonino di Pippo Delbono catturano momenti unici, incontri
ordinari o straordinari. Da una camera d’albergo a Parigi ad un’altra a Budapest, i percorsi intrecciano un
tessuto del mondo contemporaneo. Insieme a tutti questi testimoni, alcuni famosi, altri no, che dicono o
danzano la loro visione dell’universo. A volte la camera agisce di nascosto. A volte riprende gli attimi che
precedono una catastrofe – come il terremoto de L’Aquila. Oppure il dopo, come a Birkenau. Gli incontri
(con sua madre, gli amici, gli estranei) sono altrettante immagini del mondo di ieri, di oggi, di domani.
Un mondo che qualcuno racconta attraverso la musica (come il compositore e violonista Alexander
Balanescu) o il gesto (come Marie-Agnès Gillot, danzatrice étoile de l’Opera di Parigi), oppure attraverso
le parole (come l’attrice Irène Jacob) o il silenzio (come Bobò, lo storico attore sordomuto di Delbono, o
come l’artista Sophie Calle e l’attrice Marisa Berenson). Da un’immagine all’altra, da un testo all’atro, da
uno spazio all’altro, la camera ci parla dell’amore. Della poesia. E della carne. Con ciò che comporta di
passione, ombra, dolore, tragedia e umorismo.
Chiostro Nina Vinchi (via Rovello 2), giovedì 10 ottobre ore 17.30
Pippo Delbono si racconta al pubblico
Incontro condotto da Paolo Di Stefano
Paolo Di Stefano, scrittore e giornalista del Corriere della Sera, dialoga con un artista che sa
emozionare, che ha inventato un nuovo modo di fare teatro, intrecciando i linguaggi e trasferendo sulla
scena la complessità della vita.
I film e l’incontro sono a ingresso libero con prenotazione a:
comunicazione@piccoloteatromilano.it
Biografia
Pippo Delbono, autore, attore, regista, nasce a Varazze nel 1959.
Inizia la sua formazione nel teatro di tradizione, ma poi, in Danimarca, si dedica allo studio dei principi
del teatro orientale, attraverso un rigoroso lavoro sul corpo e sulla voce. Pina Bausch lo invita a seguire il
suo lavoro.
Nei primi anni ‘80 fonda la Compagnia Pippo Delbono, con la quale realizza quasi tutti i suoi spettacoli,
da Il tempo degli assassini (1987) a Orchidee (2013). Le sue non sono messinscene di testi teatrali ma
creazioni totali, realizzate con un nucleo stabile di attori destinato a crescere nel tempo.
L’incontro con persone provenienti da situazioni sociali di emarginazione determina una svolta nella sua
ricerca poetica: nasce così Barboni (1997). Alcuni di questi attori – tra cui Bobò, sordomuto incontrato
e fatto uscire da un manicomio dopo un internamento durato 45 anni – hanno consolidato il loro lavoro
all’interno della compagnia e sono tuttora parte centrale dell’esperienza.
I suoi spettacoli sono stati presentati in più di cinquanta Paesi.
Delbono, ormai da diversi anni, indaga anche il linguaggio cinematografico. Nel 2003, in occasione
della tournée in Israele/Palestina gira il lungometraggio Guerra, che partecipa alla Mostra del Cinema di
Venezia e vince il David di Donatello nella categoria documentari.
Grido (2006), il suo secondo film, partecipa alla Festa del Cinema di Roma.
Nel 2009 realizza La paura, girato interamente con un telefono cellulare, riversato successivamente su
pellicola dalla Cineteca di Bologna e presentato in selezione ufficiale al Festival del Cinema di Locarno
nel 2009 nell’ambito di una retrospettiva dedicata alla sua produzione cinematografica, che comprende
anche le versione cinematografiche de Il silenzio e Questo buio feroce.
Amore carne è stato selezionato nella sezione Orizzonti alla 68° Mostra d’Arte Cinematografica di
Venezia nel 2011.
Sangue, il film in cui rivive il suo rapporto con la madre recentemente scomparsa e l’incontro con l’ex
brigatista Giovanni Senzani è stato presentato all’ultimo festival del Cinema di Locarno.
E’ attore nelle pellicole di registi come Luca Guadagnino, Bernardo Bertolucci, Peter Greenaway,
Yolande Moreau, Valeria Bruni-Tedeschi, Marco Risi e Luigi Cinque.
Per il Teatro Sperimentale di Spoleto ha firmato la regia dell’opera lirica Studio per Obra Maestra nel
2007 e per il Teatro San Carlo di Napoli la regia della Cavalleria rusticana nel 2012.
Nel 2011 realizza Rosso Bordeaux, presentato a Bordeaux per Evento, festival diretto da Michelangelo
Pistoletto.
Nel 2011 il Residenz Theater di Monaco di Baviera gli commissiona un lavoro come regista ospite dello
stabile tedesco: nasce così Espressung (Il ricatto), la sua prima creazione con attori non appartenenti alla
sua compagnia. Lo spettacolo debutta a Monaco il 14 gennaio 2012 ed entra a far parte del repertorio.
Insieme a Alexander Balanescu, realizza e porta in tournée il concerto Amore e carne.
Sta lavorando con Laurie Anderson a Birds, che debutterà il prossimo autunno al Teatro Olimpico di
Vicenza, e con Enzo Avitabile alla creazione dell’opera Requiem per nessuno.
Ha pubblicato volumi con Ubulibri, edizioni Actes Sud, con le edizioni Les Solitaires Intespestifs, con
Garzanti e con Barbès editore.
Ma mère et les autres è il titolo del nuovo libro che Delbono sta scrivendo per Actes Sud.
La penultima giornata del Festival si apre con Le VIE dell’arte. Scrivere e dipingere sui muri di Bologna, New York e Modena: I’incontro inizierà alle ore 15.30 presso il Teatro delle Passioni e prevederà l’intervento di Mario Bertoni, Lucio Spaziante, Damir Ivic, Massimo Mezzetti, Claudio Musso e Pietro Rivasi. A fare da sfondo all’incontro sarà “DeFuMo”, un video documentario che testimonia l’intervento di Delta, Futura 2000 e Mode 2 sui muri del More, nei pressi della polisportiva modenese Villadoro. Per l’occasione la Biblioteca Civica d’Arte Poletti fornirà una bibliografia di sala sul tema, la Galleria D406 allestirà una vendita di volumi mentre all’esterno del teatro sono previsti alcuni interventi in contemporanea di più artisti coordinati da Icone. Alle ore 20.00 debutta al Teatro Comunale Luciano Pavarotti, Orchidee attesissimo lavoro di Pippo Delbono in scena con la sua compagnia . Artista ‘di casa’ a Modena, per la sua nuova creazione ha scelto come titolo un fiore esotico e delicato. Con Orchidee, Delbono segna l’inizio di una nuova avventura teatrale ispirandosi a liricità femminili, forse suggerite dalla recente perdita di sua madre, evocando episodi di vita vissuta e diventandone una sorta di sintesi.
Il Teatro Herberia di Rubiera ospiterà alle ore 19.00 il debutto de Il Cane, la notte e il coltello, lavoro nato dalla collaborazione fra la Scuola Paolo Grassi di Milano e il Residenztheater di Monaco. Obiettivo è quello di approfondire ogni anno il lavoro di un giovane autore tedesco attraverso un percorso di studio aperto a tutta la Scuola. La regia dello spettacolo è affidata a Manuel Renga che si confronta qui con la messa in scena del testo di Marius Von Mayenburg, uno dei più interessanti drammaturghi tedeschi delle ultime generazioni. Appuntamento a Soliera presso il Cinema Teatro Italia alle ore 20.30 con Jonathan Burrows e Matteo Fargion, la cui ricerca artistica è ormai da anni oggetto d’attenzione del Festival. Questa sera porteranno in scena uno dei loro primi duetti Both Sitting Duet e in prima nazionale il lavoro ultimo lavoro One Flute Note, pièce che segna un continuum con la struttura di Lecture On Nothing di John Cage. Ultima replica stasera alle ore 20.00 presso il Teatro Tenda di Finale Emilia con Teatro Naturale?, una performance in cui la compagnia Teatro delle Ariette unisce ancora una volta teatro, vita, letteratura, autobiografia e cibo: i versi de Lo straniero di Camus interpretati da Paola Berselli si intrecciano ai racconti autobiografici di Stefano Pasquini mentre si prepara un cous cous da gustare insieme. La Stazione delle Autocorriere di Carpi (via Peruzzi, angolo via Salvador Allende) ospiterà alle ore 20.30 l’ultimo dei tre lavori di Virgilio Sieni ospitati dal Festival, HOME_quattro case. Creato appositamente per VIE, il progetto coinvolge alcuni abitanti dei luoghi terremotati. Gli interpreti, un gruppo di bambini, un quintetto di coristi, una coppia formata da marito e moglie, un quartetto di giovani, tessono un loro piccolo, o grande, arcipelago di sguardi e danze: tutti edificano, con semplici materiali che sono residui e rovine di quel terremoto, sbilenchi, simbolici e preziosi ripari. Alle ore 21.00 l’Ex Scuola Elementare di San Felice sul Panaro ospiterà l’ultima replica di Viaggio al centro della terra. Inserendosi nell’ambito della Non-scuola, pratica scenica che il Teatro delle Albe di Ravenna conduce da più di vent’anni con adolescenti di tutto il mondo, Viaggio al centro della terra è l’esito finale di un lungo laboratorio condotto da Marco Martinelli, guidato da Alessandro Argnani, Elisabetta Granara e Alessandro Renda a cui hanno partecipato venti giovani di San Felice sul Panaro. Attraverso improvvisazioni, sogni e invenzioni intorno al Viaggio al centro della terra di Jules Verne, i ragazzi di San Felice scendono nelle viscere di quella terra che un anno fa tremò davvero e sconvolse l’intera regione. Si prosegue al Teatro Ermanno Fabbri di Vignola con Marie-Luoise della compagnia francese Eolienne. Un vero e proprio viaggio nella storia dell’arte e della pittura che arriva a coinvolgere tutti e cinque i sensi. Attraversando l’immaginario di Bosch, Edward Hopper, Miró, Egon Schiele, e molti altri, Marie-Louise pone in relazione temi pittorici, colori, sensazioni e suggestione con il mondo contemporaneo. Proseguono fino al 9 giugno alle ore 21.30 le repliche di Quai Ouest di Bernard-Marie Koltès diretto da Andrea Adriatico presso Teatri di Vita a Bologna. Ancora una volta Adriatico torna a confrontarsi con uno degli autori da lui più frequentato, mettendo in scena, per la prima volta in Italia una delle opere più affascinanti e misteriose di Koltès. Si prosegue con una prima nazionale, alle ore 23 il Teatro delle Passioni ospiterà Dancer del maestro greco Theodoros Terzopoulos. La pièce, in lingua greca con sottotitoli in italiano, indaga il rapporto d’amore e odio che ha visto protagoniste Maria Stuarda e la regina Elisabetta, descrivendo il conflitto fatale per Maria Stuarda. Ultimo appuntamento della giornata (ore 23.00) Três dedos abaixo do joehlo, del portoghese Tiago Rodrigues. Vincitore del premio SPA (Società Portoghese degli Autori) come miglior spettacolo di teatro del 2012 Três dedos abaixo do joelho (Tre dita sotto al ginocchio), a VIE in prima nazionale, è incentrato sul materiale che Rodrigues ha ritrovato presso l’Archivio Nazionale del Portogallo. Il lavoro è frutto di un lavoro minuzioso che Rodrigues ha condotto sugli archivi teatrali martoriati dall’azione censoria del regime fascista che ha governato il Portogallo per 48 anni. Lo spettacolo è sottotitolato in italiano. .