Plautus
PLAUTUS FESTIVAL
2025
65° EDIZIONE
Direttore Artistico EDOARDO SIRAVO
Il Plautus Festival ritorna ogni estate, da oltre sessant’anni, per ricordarci che il teatro – come scriveva Paolo Grassi nel 1946 – è “una necessità collettiva, un bisogno dei cittadini, un pubblico servizio, alla stregua della metropolitana e dei vigili del fuoco”.
Il palcoscenico non è evasione dalla realtà, ma spazio essenziale per affrontare le preoccupazioni del presente e del futuro, per comprenderle e immaginare alternative. In questi anni, fare teatro assume un significato ancora più profondo: attraverso storie, personaggi e dialoghi, ci aiuta a interpretare crisi economiche, conflitti e sfide ambientali.
Il teatro genera collettività e condivisione, ci rende spett-attori, coprotagonisti di narrazioni comuni e antidoto alla solitudine. È anche un atto di resistenza contro la mercificazione della cultura e la riduzione dell’arte a bene superfluo. Sostenere il teatro significa riconoscere il valore della creatività umana e il suo potere di arricchire la società.
Cuore e visione del Plautus Festival è il teatro antico: tragedie e commedie che non sono reliquie di un mondo perduto, ma echi ancora attualissimi. Il Festival si propone come presidio del Dramma Antico, affinché le voci delle Antigoni, Cassandre, Edipo e Miles di ieri siano guida e monito per le generazioni di oggi.
In un’epoca assediata da volgarità, arroganza e violenza, cresce la nostalgia per un linguaggio teatrale autentico e rispettoso, capace di condurci a una comprensione più profonda dell’attualità. Come diceva Dostoevskij, “senza bellezza non c’è più niente da fare in questo mondo”.
Anche quest’anno il sipario del Plautus Festival si aprirà, perché lo dobbiamo al nostro pubblico, alla nostra terra, agli attori e attrici che con generosità si donano, e alle compagnie che con ostinazione continuano a creare, nonostante le difficoltà. L’edizione 2025 si aprirà il 5 e 6 luglio in occasione della Festa Roma, riproposta dalla Pro Loco di Sarsina come evento centrale dell’anno, radicato nella nostra identità.