Swan Lake in Black

I cigni ‘proibiti’ di Dada Masilo
La coreografa e danzatrice sudafricana porta al Festival una versione originalissima di Swan Lake.
Palazzo Mauro De André, martedì 2 luglio (ore 21.30)

Il ‘festival che danza’ dedica un focus particolare alla nuova danza africana e, dopo l’energia maasai di Feeling & Voices, ospita la giovane danzatrice e coreografa sudafricana Dada Masilo. L’artista porterà in scena al Palazzo Mauro De André una originalissima e iconoclasta versione del Lago dei cigni, dove il principe Siegfried è gay, il cigno nero Odile è un bellissimo ragazzo in tutù, e la coreografia scivola dalla danza classica ai movimenti ritmati e ancheggianti della tradizione africana. Il balletto, che si inserisce nell’ambito del progetto ‘Network for African Talents’, andrà in scena martedì 2 luglio, alle 21.30.

Prima regola per gustare appieno questo Swan Lake: dimenticare Ciaikovskij, Petipa e Ivanov. Poi, in rapida successione, si devono dimenticare anche le molte versioni che in più di un secolo si sono alternate nei teatri d’opera di tutto il mondo (compresa la strepitosa versione all boy di Matthew Bourne, applaudita anche a Ravenna Festival). Infine vanno dimenticati Billy Elliot e anche Natalie Portman nel Cigno nero di Aronofsky. La storia infatti è rimessa in scena in salsa africana, con le donne sagge che dispensano consigli e divieti alla protagonista-cigno bianco, che soffre non poco nel tentativo senza esito di condurre alle nozze un recalcitrante fidanzato ‘giusto’ per lei, il Principe Siegfried. Principe che ha anche pagato la ‘lobola’, cioè la dote per la bella fanciulla, ma è molto più attratto da un aitante e muscoloso cigno nero-uomo. Cioè dal proibito. E la coreografia scivola dalla danza classica ai movimenti ritmati e ancheggianti della tradizione africana. Ci vuole molto coraggio per cambiare un ‘classico dei classici’.

“Ogni volta che creo una coreografia è una sfida. Sono nata in una società multirazziale – ha spiegato in un’intervista Dada Masilo – dove si doveva andare d’accordo tra diversi. Si trattava solo di trovare il modo giusto. Questo ho portato nella mia danza. Le barriere sono fatte per essere buttate giù. Di limitazioni non abbiamo più bisogno. Il lago dei cigni è stato il balletto che ha cambiato la mia vita. L’ho visto a 13 anni. Tutta quella grazia, le punte, i tutù… Anche io voglio essere così, mi sono detta”.

“La storia del principe gay è ispirata alla vera storia di un mio amico il quale, raccontando, anzi mimando, il suo outing con la madre mi ha fatto morire dal ridere. Molto divertente, ma anche tragico”, aggiunge la coreografa, che conclude: “Amo distruggere gli stereotipi, strapazzare i luoghi comuni. Anche se non definirei militanti le mie coreografie, è chiaro che attraverso la danza io voglia dire qualcosa. Ma questa ‘social issue’ non deve soffocare la coreografia che la racconta”.

A piedi nudi i dodici danzatori e danzatrici di Dada mescolano con naturalezza inedita un’ottima tecnica classica bianca con i modi autentici della tradizione afro, usando elementi del kasi jive, con passi della tradizione zulu mentre la madre e il precettore analizzano ad alta voce i codici simbolici del balletto, tipo “la musica dice che le principesse-cigno si sposano, ma non succede”, arrivando a toccare i picchi dell’ilarità più spassosa. I ballerini e ballerine, tutti sudafricani della Dance Factory of Johannesburg, tutti in tutù unisex corto, una nuvoletta candida che spicca sulla splendida pelle scura, sono abilissimi a passare con naturalezza dal codice accademico delle piroette e dei jeté ai modi della danza terrestre africana, che batte i talloni al suolo come nel gumboot. Il richiamo della terra, da cui le punte accademiche fuggono elevandosi verso il cielo, qui torna forte, e senza contrasto con i voli e i salti che da sempre incantano le platee nei nostri virtuosismi classici. Le braccia di questo corpo di ballo delizioso ondeggiano, i fianchi pure e non mancano piccoli gridi per sottolineare il ritmo della musica-danza.

Nata in Sudafrica, nella township di Soweto, 28 anni fa, Dada Masilo incarna la bambina povera delle fiabe che realizza i propri sogni: ha 12 anni e fa parte di un gruppo di street dance quando viene notata da qualcuno della Dance Factory di Johannesburg. Il direttore della Factory non se la fa scappare e le propone di frequentare l’accademia (della quale oggi è insegnante e artista residente). Dada prosegue gli studi a Bruxelles alla Performing Arts Research e Training Studios, creata da Anne Teresa de Keersmaeker. Rapidamente diventa una fra le danzatrici e coreografe più famose in Sudafrica. Partecipa a numerosi festival, come il Dance Umbrella, ottenendo vari riconoscimenti. Forma a sua volta giovani danzatori, tiene regolarmente workshop negli Stati Uniti. Coreografa innovativa e danzatrice grintosa, i suoi Romeo e Giulietta del 2008 e Carmen del 2009, presentati in Tanzania, Mali, Messico e Israele, elaborano in maniera del tutto originale il balletto classico. Nel 2011 partecipa al Festival Anticodes di Brest e al Festival Fragile Danse al Teatro des Bouffes du Nord con il solo The Bitter End of Rosemary, sulla figura di Ofelia dell’Amleto di Shakespeare, donando alla follia del personaggio una nuova forma espressiva che ne rivela la sua estrema vulnerabilità. Firma inoltre lo spettacolo Refuse the Hour insieme all’artista e regista William Kentridge e il passo a due In Creation con Gregory Maqoma. Swan Lake è la sua ultima creazione.

Lo spettacolo è realizzato con il contributo di Publimedia Italia.

Info e prevendite: 0544 249244 – ravennafestival.org
Biglietti: da 12 euro (ridotti 10) a 42 euro (ridotti 38)
“I giovani al festival”: fino a 14 anni, 5 euro; da 14 a 18 anni, 50% tariffe ridotte

UN LAGO DEI CIGNI NERO AL FESTIVAL APERTO REGGIO EMILIA

Un Lago dei Cigni – paradigma di biancore ed europeità – nero e africano: è il progetto di Dada Masilo da Johannesburg, che andrà in scena in prima italiana martedì 30 e mercoledì 31 ottobre (ore 20.30) al Teatro Ariosto di Reggio Emilia, nell’ambito del Festival Aperto, dedicato alla contemporaneità.
Danzatrice prodigiosa e coreografa fuori norma, Dada Masilo già si è dedicata al classico con Roméo et Juliette (2008) e Carmen (2009): con questo Swanlake la sua creazione forse più compiuta, Masilo si appropria della musica, dei tutu e delle punte di Ciajkovskij con la forza di una compagnia di undici danzatori africani, dona al grande classico un nuovo soffio e nuova vita, incrociando i temi del rapporto fra i sessi, dell’omofobia, e di un continente devastato dall’aids.
A 11 anni Dada Masilo si innamora del Lago dei Cigni e si ripromette di crearne una propria versione personale. Vi si dedica a 26 anni, facendo esplodere i codici del balletto romantico secondo una sola parola d’ordine: essere iconoclasta. Nulla ferma la corsa della giovane coreografa: ha già all’attivo 10 pièces, ha vestito i panni di Carmen e di Giulietta, si impone come figura inclassificabile della danza sudafricana. Questa volta, tutti i codici e i canoni del balletto romantico vanno in frantumi e, proprio per questo, i ballettomani non possono resistere a questo Lago diverso. La danza classica? Si fonde brillantemente con la danza africana in un eccitante dinamismo. Il tutu? Dada lo fa indossare sia alle danzatrici sia ai danzatori, senza nemmeno troppo faticare a dover convincere questi ultimi. I cigni? Danzano a piedi nudi. E la musica di Cajkovskij incontra altre sonorità. Dada rivisita il Lago dei cigni facendo di Siegfried un principe dagli amori omosessuali. E in tali modi Dada riesce a parlare della società in cui vive, delle questioni della tolleranza e dei sentimenti. In questa trance veloce e gioiosa, la coreografa che ama raccontare storie s’impegna visceralmente per l’apertura agli altri e soprattutto per una danza senza frontiere.
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Tre domande a Dada Masilo

Qual è il suo primo ricordo di danza?
Il mio primo paio di scarpette, credo. Ne ero talmente eccitata e le amavo a tal punto che ho dormito con loro per diversi giorni.

Un gesto tabù sulla scena?
Defecare, uccidere animali, e utilizzare rituali tradizionali, quelli dei guerrieri per esempio.

Qual danzatore o danzatrice avrebbe amato essere?
Sono soddisfatta della danzatrice che sono, specialmente dopo quello che mi sono auto-inflitta! Ho appreso molto su me stessa, attraverso la danza e la regia. Sono pronta a lanciarmi in nuove sfide.
(dal sito della Biennale de la Danse de Lion: biennaledeladanse.com)

Dada Masilo ha studiato alla Dance Factory, alla National School of the Arts e al Jazzart di Città del Capo. Ha ricevuto il Gauteng MEC Award per la “Danzatrice più promettente nello Stile contemporaneo”. Si è perfezionata al Performing Arts Research and Training Studios di Bruxelles. Al ritorno in patria nel 2006, ha insegnato alla Dance Factory Youth, creato e danzato: Dying dying dead, I just want to be a princess for one day, The world my butt and other big round things, Love and other four-letter words. Nel 2008 vince lo Standard Bank Young Artist Award for Dance e crea (assistita da PJ Sabbagha e Gregory Maqoma) il suo Romeo and Juliet, un successo che si ripeterà nel 2009 con la messinscena della sua Carmen. Con nuovi lavori – Unravelling Carmen, Back e Umfula Wamadada – va in tour in Sudafrica, Messico, Tanzania e Israele. Nel 2010 crea Swan Lake che riceve standing ovation ad ogni replica. Continua anche il lavoro di performer su coreografie d’altri, come per Deep Night di PJ Sabbagha. Nel 2011 viene invitata a creare un solo per Anticodes 11, festival di Brest, Francia. Il risultato è The bitter end of Rosemary.

DADA MASILO
Il lago dei cigni
TEATRO ARIOSTO
Martedì 30, mercoledì 31 ottobre ore 20,30

prima italiana

direzione artistica e coreografia Dada Masilo musica Petr Il’ic Ciajkovskij, Steve Reich, Rene Avenant, Camille Saint-Saens, Arvo Part costumi concepiti da Dada Masilo e Suzette le Sueur fabbricati da Ann e Kirsten Bailes (costumi) e Karabo Legoabe (parrucche) lighting design Suzette le Sueur
produzione The Dance Factory e Interarts/Lausanne – diffusione Scénes de la Terre

prima assoluta, 2010

INFO 0522458811
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