Pantani torna fare discutere con Le Albe
Teatro delle Albe
PANTANI
di Marco Martinelli
ideazione Marco Martinelli e Ermanna Montanari
con
Alessandro Argnani, Luigi Dadina, Roberto Magnani, Michela Marangoni,
Ermanna Montanari, Francesco Mormino, Laura Redaelli
ideazione spazio scenico Alessandro Panzavolta-Orthographe
fisarmonica e composizione musiche Simone Zanchini
montaggio ed elaborazione video Alessandro e Francesco Tedde – Black Box Film
tecnico luci e video Francesco Catacchio
tecnico suono Fagio
diapositive Olycom/Publifoto, Olycom/Daniele Venturelli, Olycom/
Arnaldo Magnani, Lauro Bordin
regia Marco Martinelli
coproduzione Teatro delle Albe / Ravenna Teatro,
le manège.mons – Scène Transfrontalière de création et de diffusion asbl
venerdì 9 maggio 2014 ore 21
Marco Pantani viene ritrovato senza vita in un residence di Rimini: è il 14 febbraio 2004, aveva appena compiuto 34 anni. Dopo i trionfi al Giro d’Italia e al Tour de France, le accuse di doping a Madonna di Campiglio, rivelatesi poi infondate, lo hanno condotto a un lento ma inevitabile crollo psicologico fino a una morte forse tragicamente annunciata.
Tra il campione adulato, l’icona di chi ha fatto rinascere il ciclismo come sport dell’impresa e della fantasia, e il morto di Rimini, vi è tutta la complessità di un’epoca al tempo stesso sublime e crudele che si esercita senza pudore.
Il testo di Martinelli costruisce attorno a questo anelito di giustizia un affresco sull’Italia degli ultimi trent’anni, l’enigma di una società malata di delirio televisivo e mediatico, affannata a creare dal nulla e distruggere quotidianamente i suoi divi di plastica, ma anche capace di mettere alla gogna i suoi eroi di carne, veri, come Marco Pantani da Cesenatico, lo scalatore che veniva dal mare.
TEATRO COMUNALE CESENATICO – GIOVEDI’ 23 GENNAIO ORE 21
Teatro delle Albe presenta
PANTANI
di Marco Martinelli
ideazione Marco Martinelli e Ermanna Montanari
con Alessandro Argnani, Luigi Dadina, Roberto Magnani, Michela Marangoni,
Ermanna Montanari, Francesco Mormino, Laura Redaelli
fisarmonica e composizione musiche Simone Zanchini
ideazione spazio scenico Alessandro Panzavolta-Orthographe
montaggio ed elaborazione video Alessandro e Francesco Tedde – Black Box Film
tecnico luci e video Francesco Catacchio
tecnico suono Fagio
diapositive Olycom/Publifoto, Olycom/Daniele Venturelli, Olycom/Arnaldo Magnani,
Lauro Bordin
regia Marco Martinelli
coproduzione Teatro delle Albe / Ravenna Teatro, le manège.mons –
Scène Transfrontalière de création et de diffusion asbl
14 febbraio 2004: Marco Pantani viene ritrovato senza vita in un residence di Rimini. Sono passati 10 anni dalla scomparsa del Pirata e la sua città, Cesenatico, dedicherà al campione di ciclismo lo spettacolo del Teatro delle Albe – intitolato semplicemente «Pantani» – che ripercorre la vita di uno dei più celebri campioni del nostro tempo e che, attraverso gli occhi dei suoi genitori in cerca di verità, denuncia le grandi contraddizioni della nostra epoca. Lo spettacolo, in programma al Teatro Comunale di Cesenatico giovedì 23 gennaio alle ore 21, è scritto e diretto da Marco Martinelli con Ermanna Montanari, Luigi Dadina e gli attori della compagnia.
Pantani aveva appena compiuto 34 anni, quando venne trovato senza vita. Dopo i trionfi al Giro d’Italia e al Tour de France nel 1998, le infondate accuse di doping a Madonna di Campiglio lo condussero a un crollo psicologico spingendolo alla morte. Tra il campione che ha fatto rinascere il ciclismo come sport dell’impresa e della fantasia e la tragica fine del Pirata, vi è tutta la complessità di un’epoca al tempo stesso sublime e crudele.
Il testo di Martinelli costruisce attorno a questo anelito di giustizia un affresco sull’Italia degli ultimi trent’anni, l’enigma di una società malata di delirio televisivo e mediatico, affannata a creare dal nulla e distruggere quotidianamente i suoi divi di plastica, ma anche capace di mettere alla gogna i suoi eroi di carne, veri, come Marco Pantani da Cesenatico, lo scalatore che veniva dal mare.
La struttura dello spettacolo ricorda la tragedia greca. Come accade nell’Antigone di Sofocle, infatti, i genitori di Marco si ribellano alla ragione di Stato per restituire almeno l’onore al proprio caro ormai morto. Tonina e Paolo (interpretati da Ermanna Montanari e Luigi Dadina) sono figure archetipiche di una Romagna anarchica e carnale, in cerca della verità sul proprio figlio, quella che i media hanno brutalmente infangato. Intorno a loro gravitano altri personaggi tra cui la sorella Manola (Michela Marangoni) e il coro di amici, gregari, politici, cronisti, medici, responsabili dell’antidoping (Alessandro Argnani, Roberto Magnani, Laura Redaelli, Fagio, Francesco Catacchio e Francesco Mormino) che accompagnano lo scandirsi dei due intensi atti dello spettacolo.
La compagnia Teatro delle Albe è fondata nel 1983 da Marco Martinelli, Ermanna Montanari, Luigi Dadina e Marcella Nonni. Sviluppa il proprio percorso intrecciando la ricerca del nuovo alla lezione della tradizione teatrale: il drammaturgo e regista Martinelli scrive i testi ispirandosi agli antichi e insieme al tempo presente, pensando le storie per gli attori, i quali diventano così veri e propri co-autori degli spettacoli. Nel 1988 la compagnia acquisisce al suo interno dei griots senegalesi: Mandiaye N’Diaye (da allora “colonna” africana della compagnia), Mor Awa Niang e El Hadji Niang. Da allora la formazione pratica un originale meticciato teatrale che coniuga drammaturgia e danza, musica e dialetti, invenzione e radici. Gli spettacoli, da Ruh. Romagna più Africa uguale (1988) fino a La mano (2005), valgono alle Albe premi e riconoscimenti, nazionali e internazionali, evidenziando una poetica rigorosa, raffinata e emozionante, capace di restituire alla scena la sua antica e potente funzione narrativa.
Platea/Palchi € 15 – Loggione € 10
Per informazioni e vendita biglietti:
Ufficio Cultura – via Armellini 18 – 47042 Cesenatico
Tel. 0547 79274 – cultura@cesenatico.it
Biglietteria online comune.cesenatico.fc.it /web/cultura
ULTIMA GENERAZIONE 2012/2013
MARTEDI 5 FEBBRAIO 2013 ore 20.30
PANTANI
di Marco Martinelli
ideazione
Marco Martinelli e Ermanna Montanari
con
Alessandro Argnani, Luigi Dadina, Roberto Magnani, Michela Marangoni,
Ermanna Montanari, Francesco Mormino, Laura Redaelli
fisarmonica e composizione musiche
Simone Zanchini
cante romagnole
Michela Marangoni, Laura Redaelli
ideazione spazio scenico
Alessandro Panzavolta-Orthographe
ideazione e realizzazione elementi di scena
Fabio Ceroni, Enrico Isola, Danilo Maniscalco, Ermanna Montanari
montaggio ed elaborazione video
Alessandro e Francesco Tedde – Black Box Film
realizzazione costumi
Laura Graziani Alta Moda, A.N.G.E.L.O., Les Jolies Sposi
tecnico luci e video
Francesco Catacchio
tecnico suono
Fagio
diapositive
Olycom/Publifoto, Olycom/Daniele Venturelli, Olycom/Arnaldo Magnani,
Lauro Bordin
regia Marco Martinelli
coproduzione
Teatro delle Albe / Ravenna Teatro, le manège.mons – Scène Transfrontalière de création et de diffusion asbl
14 febbraio 2004: Marco Pantani viene ritrovato senza vita in un residence di Rimini.
Aveva appena compiuto 34 anni. Dopo i trionfi al Giro d’Italia e al Tour de France, le accuse di doping a Madonna di Campiglio, rivelatesi poi infondate, lo hanno condotto a un lento ma inevitabile crollo psicologico fino a una morte forse tragicamente annunciata. Tra il campione adulato, l’icona di chi ha fatto rinascere il ciclismo come sport dell’impresa e della fantasia, e il morto di Rimini, che giaceva in mezzo alla cocaina nei panni di un vagabondo, vi è tutta la complessità di un’epoca al tempo stesso sublime e crudele che si esercita senza pudore. Senza vergogna.
La scrittura di Marco Martinelli, dopo quel Rumore di acque capace di trasfigurare in grottesca e malinconica poesia la cronaca tragica dei barconi alla deriva nel Mediterraneo, affonda nelle viscere dei nostri giorni e della società di massa che chiede sacrifici e capri espiatori: attorno alle figure di Tonina e Paolo, i genitori di Marco, che ancora oggi stanno chiedendo giustizia per la memoria infangata del figlio, Martinelli mette in scena una veglia funebre e onirica, affollata di personaggi, che come un rito antico ripercorre le imprese luminose dell’eroe. I genitori di Marco, figure archetipiche di una Romagna anarchica e carnale, sono sospese come l’Antigone di Sofocle davanti al cadavere insepolto dell’amato: cercano verità, e non avranno pace finché non l’avranno ottenuta.
“Non lo so quello che è successo a Madonna di Campiglio, ma scoprirò la verità.
Pagherò se c’è bisogno, ma lo verrò a sapere, perché è là che gli è piombata addosso la vergogna, e di quello è morto”.
(Tonina Pantani)
Il testo di Martinelli costruisce attorno a questo anelito di giustizia un affresco
sull’Italia degli ultimi trent’anni, l’enigma di una società malata di delirio televisivo e mediatico, affannata a creare dal nulla e distruggere quotidianamente i suoi divi di plastica, ma anche capace di mettere alla gogna i suoi eroi di carne, veri, come Marco Pantani da Cesenatico, lo scalatore che veniva dal mare.
Informazioni e prenotazioni:
Teatro Rossini
Piazzale Cavour 17
48022 Lugo (RA)
Tel. 0545.38542
info@teatrorossini.it
Teatro delle Albe
PANTANI
di Marco Martinelli
ideazione Marco Martinelli e Ermanna Montanari
con Alessandro Argnani, Francesco Catacchio, Luigi Dadina, Fagio, Roberto Magnani, Michela Marangoni, Ermanna Montanari, Francesco Mormino, Laura Redaelli
itinerari in Romagna Luigi Dadina
fisarmonica, composizione musiche Simone Zanchini
cante romagnole Michela Marangoni, Laura Redaelli
ideazione spazio scenico Alessandro Panzavolta-Orthographe
ideazione e realizzazione elementi di scena Fabio Ceroni, Enrico Isola, Danilo Maniscalco,
Ermanna Montanari
montaggio ed elaborazione video Alessandro e Francesco Tedde – Black Box Film
costumi Teatro delle Albe
realizzazione costumi Laura Graziani Alta Moda, A.N.G.E.L.O., Les Jolies Sposi
direzione tecnica Enrico Isola
tecnico luci e video Francesco Catacchio
tecnico suono Fagio
diapositive Olycom/Publifoto, Olycom/Daniele Venturelli, Olycom/Arnaldo Magnani,
Lauro Bordin
maestro di canto Matteo Unich – Direttore Artistico Gruppo Corale “Pratella-Martuzzi”
foto di scena Claire Pasquier
manifesto dello spettacolo Cosetta Gardini, Giuseppe Tolo – Casa Walden
organizzazione e promozione Marcella Nonni, Silvia Pagliano, Francesca Venturi
regia Marco Martinelli
coproduzione Teatro delle Albe / Ravenna Teatro, le manège.mons – Scène Transfrontalière de création et de diffusion asbl (Belgio)
14 febbraio 2004: Marco Pantani viene ritrovato senza vita in un residence di Rimini.
Dopo i trionfi al Giro d’Italia e al Tour de France, le accuse di doping a Madonna
di Campiglio – rivelatesi poi infondate – lo hanno condotto a un lento ma inevitabile crollo psicologico fino a una morte forse tragicamente annunciata. La scrittura di Martinelli, torna a muoversi nelle viscere dei nostri giorni e della società di massa che chiede sacrifici e capri espiatori: attorno alle figure di Tonina e Paolo, i genitori di Pantani, che ancora oggi stanno chiedendo giustizia per la memoria infangata del figlio, le Albe mettono in scena una veglia funebre e onirica che come un rito antico ripercorre le imprese luminose dell’eroe.
«Non lo so quello che è successo a Madonna di Campiglio, ma scoprirò la verità.
Pagherò se c’è bisogno, ma lo verrò a sapere, perché è là che gli è piombata addosso la vergogna, e di quello è morto». Tonina Pantani
In una dimensione che intreccia teatro e romanzo, poesia corale e inchiesta giornalistica, archetipi romagnoli e deformazioni della comunicazione di massa – si guarda alla parabola del campione attraversando tutta la complessità di un’epoca sublime e crudele che si esercita senza pudore. Senza vergogna.
Da venerdì 16 novembre a domenica 2 dicembre (lunedì e giovedì riposo) al teatro Rasi via di Roma 39 Ravenna,.ore 20.30 (domenica 15.30)
Incontro con la compagnia sabato 24 alle 17.30 al Rasi.
Ufficio Stampa Ravenna Teatro
Matteo Cavezzali uffiostampa@ravennateatro.com – 339.1434899
Si allegano due monologhi estratti dal testo Pantani di Marco Martinelli
TONINA Mangiava la mia piadina, e i tortelli che gli facevo io, ma che domande sono? E quello era il tempo che andava all’Istituto Tecnico a Cesena, al Comandini, ma di voglia di studiare non ne aveva mai avuta tanta: preferiva andare a caccia o a pesca col nonno Sotero, fin da piccolo, che per il nonno aveva un amore speciale. Il nonno Sotero era un signore anche se era povero, e sapeva come prendere Marco: quando diceva una cosa era quella, e insegnava a Marco che quando si fa una promessa bisogna mantenerla, che è un punto d’onore. Che il bastone del nonno, Marco l’ha tenuto fino alla fine accanto alle coppe e ai trofei, e insomma, cosa stavo dicendo… ah sè, voia ad stugiè gnaca par sogn… e dopo che aveva scoperto la bicicletta, ti saluto, per la scuola non c’era più spazio. Ma non è vero che Marco era un “ragazzo difficile”, come l’avevano definito, a lui questa storia non è mai andata giù, e neanche a me. La signora Neri, la sua maestra, voleva un’insegnante di sostegno per tenerlo a bada. Un “ragazzo difficile”, ma cosa significa? Era un ragazzino vivace, sveglio, col fuoco addosso, come tutti i bambini di questo mondo, è una colpa? “Pronto nella drammatizzazione”, c’era scritto nella sua pagella di seconda elementare. A n’ ho mai capì un’ espressiò de gener: “pronto nella drammatizzazione”: a me mi veniva vicino con i ramarri e faceva finta di buttarmeli addosso, era il suo modo di divertirsi, è una colpa? Beh, sta di fatto che a 16 anni smise di andare a scuola, e ce lo venne a dire, che non ce la faceva più a star fermo seduto su quei banchi, che era vero, lui fermo non riusciva a starci mai: no in te prinzipi un’eravam brisa d’accord… ogni genitore vuole che suo figlio studi, tutti i genitori son così, gli abbiamo detto io e Paolo: guarda che se non riesci con la bicicletta poi va a finire che vai a fare l’idraulico con tuo babbo o la piadina con tua mamma. Lui ci disse di stare tranquilli, che sapeva i sacrifici che avrebbe dovuto fare in bicicletta e che se non fosse andata bene si sarebbe cercato un altro lavoro. Allora l’abbiamo fatto promettere: promettici che qualsiasi cosa farai nella vita, ti ci impegnerai seriamente. E lui ce lo promise.
PAOLO
Stavolta Marco ce la fa, va in fuga e semina tutti gli avversari, e solo Armstrong riesce a stargli a ruota. Arrivano insieme sul traguardo, e come diverse volte ha fatto anche Marco, Armstrong in maglia gialla cede la tappa al compagno di fuga. La prima vittoria dopo Madonna di Campiglio! Una vittoria alla Pantani, in faccia ai sorrisini, all’invidia, a chi pensava “tanto è finito”, alla Mala Sorte. Ma ai giornalisti Armstrong dirà che l’ha lasciato vincere, che gli ha fatto un regalo. Ah no, un s fa miga acsè. Per Marco è un affronto! Te non mi devi regalare nulla, io sono un campione come te, mi rispetti di più se mi batti. E dopo se ne son dette che se ne sono dette. Armstrong: gli ho fatto un regalo, la prossima volta non glielo farò. E Marco: Ohi, credo che se uno fa un regalo, non deve poi farlo pesare. Marco chiama Armstrong Robocop, Armstrong chiama Marco L’elefantino. Marco fregatene, gli dico, lascialo dire, l’importante è che sei tornato a vincere. E quando la corsa arriva sulle Alpi, e si arriva all’Isoard, Marco scatta ancora. Si ritrova di nuovo in fuga con Armstrong. Ma stavolta l’americano va in crisi, e Marco a un certo punto lo affianca e lo guarda in faccia. Io non ne avevo più, mi disse poi Marco, ma gli ho fatto un sorrisino come per dirgli: dai, scatta te adesso, se ne hai ancora. Anche Amstrong non ne aveva più. E poi il giorno dopo c’è il Galibier su cui aveva trionfato nel ’98, e lì si vede il Marco che poteva battere chiunque: e infatti stacca Amstrong e va a vincere da solo. Quel giorno ho pensato che Madonna di Campiglio non era mai
esistita. Che forse era stato solo un brutto sogno.